Da mesi si sente parlare della possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale. Il rallentamento registrato nel mese di agosto della campagna vaccinale è stato strumentalizzato dalla stragrande maggioranza dei media per proporre il tema dell’obbligo come argomento di discussione quotidiano di tutti i palinsesti televisivi. Il sì di Draghi durante la conferenza stampa di mercoledì pomeriggio ha alimentato a ragione la discussione sul tema in questione. In questa cornice la posizione espressa ieri dal viceministro Sileri durante la trasmissione “In onda” ha stupito un po’ tutti, in primis gli stessi conduttori.
«Obbligo vaccinale? In questo momento voterei contro. Deve essere un’extrema ratio. Se la popolazione non si vaccina e il virus corre una qualche forma di obbligo va prevista. La vaccinazione – continua Sileri – sta andando molto bene e il target dell’80 % si raggiungerà».
E spiega chiaramente le motivazioni alla base del suo pensiero. «Innanzittutto i vaccini non sono ancora in libero mercato e anche se ci dovesse essere Pzifer libero per Ema al di là al del fatto che sarebbe solo un vaccino, come si fa a mettere un obbligo se gli altri vaccini non sono liberi? E per raggiungere quale target? La vera alternativa è l’ampliamento del Green pass».
Il ragionamento del viceministro non fa una piega (difficile dimostrare il contrario) e stupisce perché esprime con i suoi toni rassicuranti un pensiero controcorrente fondato su una spiegazione logica e razionale. Perché se da domani (ipotetico) partisse l’obbligo vaccinale il rischio che l’andamento della campagna vaccinale ne risentirebbe è molto alto. Inevitabilmente scatterebbe la corsa al vaccino Pzifer a discapito degli altri vaccini per i quali ancora non c’è stata un’autorizzazione al libero commercio. Da non trascurare poi gli aspetti costituzionali più delicati: l’imposizione di un obbligo o di una certificazione va collegata all’andamento del contagio. In caso contrario, questa scelta non sarebbe legittima perché limitativa della libertà in assenza di un pericolo proporzionato e ragionevole. Aggiungo una riflessione: il popolo dei No-vax, no-Mask e no-green pass anche di fronte all’obbligo vaccinale continuerebbe a combattere (alcuni virtualmente dietro la tastiera) la sua battaglia “ideologica”. Perché il fanatismo non si sconfigge con la paura della sanzione ma tentando attraverso una comunicazione sana e persuasiva di convincere chi, per i motivi più diversi, non se la sente di compiere quello che viene definito dai più un «eroico segno di responsabilità civica».
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