Uno dei temi che in periodo elettorale occorrerebbe trattare con dovizia di particolari è quello del welfare assistenziale, inteso come esigibilità collettiva del diritto alla tutela della salute e dell’assistenza sociale. Ciò in particolare modo in Calabria, ove gli unici incrementi che si registrano sono l’età media della popolazione, a causa della fuga giovanile, e conseguentemente della disabilità e delle debolezze sociali.
A fronte di un problema simile, la Regione (ente) dovrà impegnarsi e seriamente. L’anziano e il bisognoso hanno infatti bisogno di tutele sistemiche, sia in termini di previdenza che di prevenzione, sino ad oggi utopiche. Di previdenza, nel senso di prendere in considerazione, prudentemente e tempestivamente, le necessità e i pericoli cui va naturalmente incontro nel futuro il segmento più debole della collettività. Di prevenzione, nel senso di attuare politiche sociosanitarie indispensabili per prevenire i rischi e, quindi, per evitare che gli stessi si trasformino in realtà segnatamente pregiudizievoli per il resto della vita dei suddetti.
Questo tema, in tempo di campagna elettorale, costituisce la ragione politica perché la società civile si prepari e corra consistentemente al voto ritrovando la speranza, sino ad oggi messa da parte, e la certezza di realizzazioni in tal senso. Non farlo, significherebbe incentivare l’astensione per incredulità e disperazione.
Vediamo in relazione all’anzidetto «cosa fare» perché gli individui credano nell’espressione del loro voto, di individuare un credibile «come», che rappresenti in Calabria la soluzione realizzativa, anche innovativa nel Paese, tanto da far diventare la nostra regione attrattiva ed esempio di riferimento.
Per assicurare gli anziani e i ceti deboli a che non si concretizzino più a loro discapito le frequenti «disgrazie» cui sono da sempre solitamente soggetti, necessita costruire una rete difensiva ad hoc. Certamente, ma non solo, rappresentata dalla sola filiera assistenziale territoriale capace di filtrare i pericoli attraverso i suoi nodi strumentali a generare una stretta maglia di presidi, strutturali e professionali, funzionali a creare un insieme protettivo. Ciò in quanto dovrà, costituendo un insieme sinergico con la iniziativa assistenziale territorialmente diffusa, mettere a servizio ideale una sorta di ragnatela che salvaguardi da quelle frequenti cadute, ordinarie e non, dalle quali il debole è difficile che si possa rialzare ex se.
Tenuto conto dei principi essenziali dell’anzidetta previdenza, applicati al caso di specie, e delle cautele necessarie a determinare la indispensabile preventiva sicurezza sociale – peraltro produttiva di risparmi economici altrimenti destinati a coprire surplus di spesa sanitaria – la suddetta ragnatela dovrà essere costruita dalla organizzazione sanitaria e dalla volontà politica necessaria allo scopo.
La anzidetta tela del ragno, guardiano del bisogno sociale, andrà ad assumere la stessa funzione di quella rete messa a sostegno degli atleti circensi che volteggiano pericolosamente sui trapezi. Uno sport, questo, che possiede il suo fascino determinato da quella difficoltà, a volte esagerata, degli esercizi difficili ad immaginare senza la rete di protezione.
Ecco, ai nostri anziani (me compreso) e ai deboli va assicurata non solo la doverosa attenzione elettorale, perché numerosissimi, ma proposta loro – come detto – una ragione per credere, che vada al di là della sola solita speranza delusa.
*Unical
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