CATANZARO Fibrillazioni interne ai partiti e tensioni tra alleati. Spaccature e ricongiungimenti tra le forze che compongono gli schieramenti che si contenderanno la vittoria alle Regionali. L’aria che ha preceduto la presentazione delle liste e quella successiva al primo ed importante giro di boa della competizione che impegnerà i calabresi il 3 e 4 ottobre per scegliere chi guiderà le sorti della Calabria per i prossimi 5 anni, non è stato affatto delle migliori. Ed a risentirne è soprattutto l’umore dei cittadini-elettori che, a guardare le statistiche sull’astensionismo, sembrano sempre meno interessati alle competizioni elettorali locali e alle beghe di partito. D’altronde fino a questa fase della campagna elettorale, poco ancora si è dibattuto sulle soluzioni ai problemi che da tempo attanagliano la Calabria. Ancor meno di strategie lungimiranti per l’economia calabrese tese ad agganciare ad esempio i forti segnali di ripresa che l’economia italiana sta registrando. Così la politica rischia di avvilupparsi su se stessa, finendo per stritolare il sano anelito di speranza che dovrebbe rappresentare la vera ragione che spinge i cittadini alle urne.
Su questi temi e sui progetti di governo abbiamo discusso con alcuni dei leader dei principali partiti che si sono schierati in questa tornata elettorale. Da un lato Stefano Graziano, che dal gennaio 2019 guida da commissario il Partito democratico calabrese, dall’altro Giuseppe Mangialavori, da marzo 2021 coordinatore di Forza Italia in Calabria. L’esponente dem, ingegnere classe 1971, è stato deputato del Pd dal 2008 al 2013 e poi consigliere regionale in Campania. Oltre a guidare il Pd calabrese è presidente dal 2014 del Partito democratico della Campania.
Mentre il senatore Mangialavori, medico 46enne, è vicepresidente del gruppo azzurro a Palazzo Madama.
Liste chiuse con non pochi problemi: tanti dissapori per alcune esclusioni e nuovi “vecchi” ingressi. Il balletto della politica ad ogni appuntamento per la composizione dei nomi da inserire nella corsa si rinnova. Anche nel suo non si sono fatte eccezioni. Non crede che così finisca per svilirsi il ruolo che la politica dovrebbe avere?
Graziano: «Il ruolo della politica è anche quello di scegliere i candidati migliori e questo comporta inevitabilmente discussioni, confronti a volte aspri e tensioni interne. Ovviamente, ciò si verifica quando c’è una grande voglia di partecipare e tante persone pronte a spendersi elettoralmente. La fase delle scelte è sicuramente tra le più complesse e difficili, ma il compito della politica non può esaurirsi con la scelta dei temi e delle proposte da portare nella discussione pubblica, è fondamentale individuare su quali gambe farli camminare».
Mangialavori: «Credo che questo sia il gioco, inevitabile, della politica: non sempre le aspirazioni dei singoli trovano corrispondenza nelle esigenze dei gruppi e dei partiti. Il centrodestra, e Forza Italia in particolare, hanno avuto problemi di abbondanza, è vero. Ma sono problemi che vorrei sempre avere. La coalizione guidata da Amalia Bruni e il polo di De Magistris hanno avuto non il problema, quanto il guaio opposto: riempire in qualche modo le caselle, spesso ricorrendo ai soliti “riempilista”. Brutto segno, per loro».
Eppure i cittadini-elettori sembrano non gradire questo modo di fare politica. I numeri sull’astensione in Calabria in questo senso la dicono lunga. Come pensa di recuperare il rapporto di fiducia con i calabresi?
Graziano: «Io credo che il rapporto di fiducia tra i calabresi e la politica si sia interrotto perché la qualità della vita cede sempre più il passo al disagio. Le persone sono stanche di non poter effettuare una visita medica in tempi dignitosi, di non sapere se la raccolta dei rifiuti verrà effettuata o se avranno l’acqua per fare una doccia, le nuove generazioni sono stufe di non poter tornare nella loro terra a lavorare dopo essersi formati in giro per il mondo. Il lavoro non può essere un favore da elemosinare. Il nostro impegno deve stare quotidianamente su questi temi, dalla parte dei calabresi, a tutela dei loro diritti attraverso la rappresentanza istituzionale ad ogni livello, ma anche attraverso i nostri riferimenti politici territoriali. Serve ricreare una rete di ascolto e condivisione costante».
Mangialavori: «Che il rapporto tra cittadini e classe politica sia sfilacciato, e non solo in Calabria, non è certo una novità. In questa regione l’astensionismo ha però raggiunto picchi preoccupanti e che impongono una riflessione collettiva. I partiti calabresi e i loro rappresentanti devono interrogarsi sulle cause di questo distacco e opporvi i giusti rimedi. E questo lo si può fare soltanto con una politica di prossimità, concreta e attenta ai bisogni dei singoli territori. Non può sfuggirci il fatto che l’astensionismo è più alto proprio nelle zone divenute, per via di una colpevole e annosa distrazione istituzionale, più marginali. Penso ai paesi dell’entroterra, alle cosiddette aree interne, troppo spesso abbandonate al loro destino. Con Roberto Occhiuto alla guida della Regione si cambierà definitivamente registro, perché tutto il suo agire amministrativo sarà improntato ai principi dell’ascolto e della vicinanza alle comunità. La politica calabrese è in debito con i suoi cittadini/elettori: tornare a rispondere alle loro legittime istanze è l’unico modo per recuperarne la fiducia».
Passiamo allo stato di salute reale interno al suo partito. La percezione è che si resta compatti solo apparentemente, ma nella realtà le tensioni sono tutt’altro che assopite. Come sta lavorando per ricostruire le fondamenta della sua formazione e tenere realmente unite le forze interne?
Graziano: «Le fondamenta ci sono e sono solide, su quelle fondamenta ho posto il tema dei problemi, appunto, e delle proposte, fronte su cui c’è piena unanimità, sono ripartito da qui. Il lavoro da fare sarà enorme, anche dopo le elezioni. C’è spazio per tutti, basta saper fare comunità».
Mangialavori: «Forza Italia è un partito davvero unito, non apparentemente. Le tensioni sono inevitabili, soprattutto alla vigilia di un importante appuntamento elettorale e per una forza politica che, in Calabria, è più viva che mai. Prova ne sia il gran numero di richieste di candidature che sono arrivate sia per le liste regionali che per quelle delle Comunali di Cosenza. Evidentemente, le tensioni – che esistono in tutte le formazioni – non sono così forti da offuscare l’appeal di un partito che punta a confermarsi il primo del centrodestra e dell’intero panorama regionale. Da quando ho preso le redini del coordinamento calabrese ho lavorato senza risparmio non per ricostruire le fondamenta, che erano già solide, ma per tirar su, piani su piani quelli che ci permetteranno di guardare dall’alto tutti gli altri avversari».
Come vanno i rapporti con gli altri partiti che compongono lo schieramento in corsa per le Regionali. Nelle fasi di avvicinamento ci sono state fortissime fibrillazioni. Tutto risolto ora?
Graziano: «Comporre una squadra non è cosa semplice per nessuno, in ogni campo, e se consideriamo che i meccanismi della politica, a cui un’elezione non può certamente sottrarsi, sono ancora più complessi da comprendere, capisce bene che le tensioni iniziali erano inevitabili. L’equilibrio si è trovato sulla visione della nuova Calabria e sui metodi di lavoro da adottare, su questo si è costruito il progetto comune e devo dirle che il confronto è costante e costruttivo per tutti, ognuno si rapporta all’altro in rappresentanza di un mondo di idee e non di singole persone. Inutile aggiungere che a rendere squadra la coalizione ci ha pensato Amalia Bruni, donna di valore e di valori che ha saputo guidare un processo non semplice in maniera autorevole e determinante. Sarà un’ottima guida anche per i calabresi».
Mangialavori: «Ancora, niente di nuovo sotto il sole. Le fibrillazioni fanno parte del gioco. Le lievi scaramucce con Fratelli d’Italia, peraltro dettate da dinamiche nazionali, sono rientrate in un battibaleno, senza lasciare traccia alcuna né scorie da smaltire nel corso della legislatura che sta per iniziare. I calabresi stiano pur tranquilli: governeremo uniti e senza le lacerazioni che da sempre contraddistinguono la sinistra. L’amministrazione Oliverio testimonia che dico il vero».
A proposito di schieramenti e rapporti di forza, c’è molta attenzione a livello nazionale sull’esito di questa competizione anche in chiave di mantenimento della leadership interna alla coalizione. Come crede andrà a finire?
Graziano: «Io penso che le elezioni regionali calabresi intanto devono rispondere alle esigenze dei calabresi. Le valutazioni politiche sulle leadership interessano poco alla gente, sono cose da addetti ai lavori che valuteremo a tempo debito. Certamente, le alleanze sono un tema fondamentale e noi abbiamo sacrificato molto pur di riuscire a costruirle».
Mangialavori: «In tutta franchezza, non credo che l’esito delle consultazioni in Calabria possa in alcun modo spostare gli equilibri in seno al centrodestra nazionale. Sono altre le questioni su cui si potranno eventualmente forgiare nuove leadership o creare nuove realtà politiche. Detto questo, credo che Fi Calabria otterrà un risultato straordinario».
C’è un’accusa forte da parte degli osservatori politici: questa campagna elettorale sembra più incentrata su temi lontani dai veri bisogni della Calabria. Come risponde?
Graziano: «Si, credo sia giusto smetterla di parlare di alleanza e singole persone. Le liste sono depositate, il lavoro di costruzione delle coalizioni è stato fatto, ora pensiamo ai temi, non perdiamo altro tempo e confrontiamoci con i cittadini su cosa vogliamo fare per loro, ascoltandoli innanzitutto».
Mangialavori: «Per quanto riguarda il centrodestra, non è così. Il programma di Roberto Occhiuto è tarato sui reali bisogni della Calabria, a partire dalla necessità di una sanità finalmente libera dal commissariamento e dal suo debito monstre, passando per le questioni rifiuti, depurazione, acqua pubblica, innovazione, export, digitalizzazione, turismo. Nulla è stato lasciato al caso o all’improvvisazione. Piuttosto, non mi sembra di aver letto da nessuna parte i programmi della Bruni, o di De Magistris…».
Qual è il progetto organico del suo partito per il rilancio della regione. Su quali strategie si baserà il processo virtuoso che possa finalmente far uscire la Calabria dall’angolo della marginalizzazione in cui è piombata?
Graziano: «Intanto la Calabria deve tornare a parlare con un’unica voce alle istituzioni superiori, a partire dal Governo con cui bisogna aprire un’interlocuzione severa, innanzitutto sulla sanità. Serve unire le forze della nostra rappresentanza istituzionale e politica. Molti sono stati i consiglieri regionali capaci e competenti che in questi anni hanno svolto un ruolo fondamentale a Palazzo Campanella, ma è mancata forse la capacità del partito di dar loro un’unica voce. Il mio impegno è che i prossimi eletti abbiano questa opportunità».
Mangialavori: «Turismo costiero-montano all’altezza dei tempi e delle potenzialità della regione; un sistema integrato dei rifiuti; autosufficienza energetica; valorizzazione dei parchi nazionali e naturali; investimenti ingenti sul porto di Gioia Tauro; miglioramento della capacità di spesa dei fondi europei e messa a terra delle risorse garantite dal Pnrr. È solo la sintesi estrema di alcune macro-questioni da affrontare per risollevare questa regione».
Per quale motivo un calabrese dovrebbe continuare a credere nella politica e perché dovrebbe scegliere la vostra proposta alle prossime Regionali?
Graziano: «La politica è un qualcosa che esiste al di là di ognuno di noi, la nostra capacità deve essere quella di rappresentarla con dignità e rispetto del suo significato. Si può non credere nelle persone, ma si deve sempre credere nella politica e negli strumenti della democrazia. Il Partito democratico alle ultime regionali è stato il primo partito in Calabria, segno che nonostante limiti e problemi resta un punto di riferimento credibile per i calabresi. Il lavoro di costruzione delle liste ha portato ad una proposta elettorale che sintetizza la solidità politica ed il cambiamento, a ciò affianchiamo una proposta politica che mette i diritti al centro. Il lavoro come dignità della persona, la salute come bene pubblico, la difesa dell’ambiente e la prevenzione, l’istruzione continua e gratuita per i meno abbienti sono i principi su cui svilupperemo la nostra azione amministrativa».
Mangialavori: «Non mi piace vendere sogni o dire alle persone a cosa credere. So, però, una cosa: il centrodestra ha dimostrato di essere credibile e di poter governare, e bene, questa regione. Ma ci serve ancora un altro po’ di tempo per portare a casa i risultati più importanti. Diciamo altri cinque anni». (r.desanto@corrierecal.it)
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