Mentre dappertutto in Calabria, imperversa il circo di bestiali promesse con una gara a chi la spara più grossa, quasi fosse una esercitazione di caccia alle idiozie, nessuno tra vecchi e nuovi nella soap opera politica regionale, sembra accorgersi di quanto stia accadendo in tema di giustizia e di referendum per una “giustizia giusta “. Altro che certificati di esenzione al vaccino (sic!)
Ora al di là di come la si possa pensare sulla riforma penale firmata Cartabia, che continua inequivocabilmente a tenere banco, si ha come l’impressione che qualcuno stia approfittando del nodo assai spinoso della giustizia, ma assolutamente ineludibile per impallinare il procuratore Nicola Gratteri, reo di essere fin troppo popolare tra la gente e fin troppo indesiderato nelle alte sfere dove si discute di interessi personali e dei partiti, compresi quelli dei magistrati.
Accade così che non passa giorno in cui testate, in verità poco gradite dai lettori, sparino titoloni in prima pagina per esasperare una narrazione del Capo della Procura catanzarese, già di per sé ingombrante a causa del suo caratteraccio tutto spigoli e niente fronzoli e altre, viceversa, versino fiumi di inchiostro a difesa del magistrato antimafia e delle sue verità urlate, a ogni piè sospinto, contro i possibili effetti collaterali (non solo a suo dire) dei punti salienti del processo penale, riformati dalla ministra della Giustizia.
E come se non bastasse lo scontro tra direttori e redattori di giornali “pro e contro” Gratteri, approdato persino sui social a botte di sponsorizzazioni, finisce anche negli studi di un importante talk televisivo dove alcuni giornalisti, chiamati a riempire di contenuti il format del martedì (disposti come i lati opposti di una stanza) ripropongono un copione già letto senza nulla voler aggiungere alla discussione che rappresenta per tutti (nessuno escluso) un terreno fin troppo minato.
Stia attento procuratore, le campagne elettorali (ed anche referendarie) a certe latitudini sono solo armi di distrazione di massa, l’inarrestabile ed incontenibile desiderio di spiegare al mondo intero le sue ragioni sulla “ghigliottina dell’improcedibilità” (senza l’uso di una rete) rischia prima o poi di produrre conseguenze negative in un Paese, ed in una regione, dove, come è noto l’encomio è da sempre servo e l’oltraggio patria dei codardi. (paola.militano@corrierecal.it)
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