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Iss: «Vaccino riduce del 96% rischio ricoveri in terapia intensiva e morte»

Il report dell’Istituto superiore di sanità sull’epidemia in Italia. «Tasso alto di ospedalizzazione tra non vaccinati». Dieci milioni senza neppure una dose

Pubblicato il: 11/09/2021 – 15:07
Iss: «Vaccino riduce del 96% rischio ricoveri in terapia intensiva e morte»

ROMA «È vero che chi è vaccinato» contro il coronavirus «si contagia o muore come chi non lo è? No!! Le popolazioni di riferimento sono molto diverse e il rischio cala molto nei vaccinati». Lo ribadisce con forza l’Istituto superiore della sanità, evidenziando i dati dell’ultimo report esteso sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia, aggiornato all’8 settembre.

I dati sulla riduzione dei rischi

«La maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni» nel nostro Paese, si legge, «sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. Si osserva una forte riduzione del rischio di infezione da virus Sars-CoV-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate: 77% per la diagnosi, 93% per l’ospedalizzazione, 96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi».

Tasso di ospedalizzazione per Covid 9 volte più alto per non vaccinati

«Il tasso di ospedalizzazione» per Covid-19 «negli ultimi 30 giorni» è «per i non vaccinati circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (219,1 vs 24,5 ricoveri per 100mila abitanti)». Sempre negli ultimi 30 giorni, «negli over 80 si osserva che il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben 13 volte più basso dei non vaccinati (1,1 vs 14,8 per 100mila abitanti), mentre il tasso di decesso è 15 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (76,2 vs 5,0 per 100mila abitanti)», si legge ancora nel report.

Decessi e ricoveri elevati tra i non vaccinati

«Negli ultimi 30 giorni – evidenzia il rapporto – si rileva come il 26% delle diagnosi di Sars-CoV-2, il 37,4% delle ospedalizzazioni, il 46,7% dei ricoveri in terapia intensiva e il 49,9% dei decessi negli over 80 siano avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino».
Ma l’Iss tiene a ricordare che, «nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati», proprio «per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi».

I dati sugli over 80

L’esempio più chiaro riguarda i ricoveri nella fascia over 80, «dove la copertura vaccinale è intorno al 90%» e «si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 1.019 mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 638. Tuttavia, calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni», questo risulta appunto nei non vaccinati 9 volte più alto che nei vaccinati a ciclo completo.

Il quadro sui giovani

Per quanto riguarda i giovani, «sebbene il dato non sia consolidato, nell’ultima settimana poco più del 50% dei casi nella popolazione 0-19 anni si è osservata nella popolazione con età inferiore ai 12 anni», fascia per la quale non è ancora disponibile un vaccino anti Sars-CoV-2. «Il persistente aumento dell’incidenza nella popolazione con età sotto i 12 anni che si è osservato nelle ultime settimane potrebbe essere dovuto a un aumento del numero dei tamponi in questa fascia di età, vista l’apertura della scuole materne e l’imminente inizio del nuovo anno scolastico per la scuola primaria e secondaria», precisa l’Iss, ricordando comunque che «la campagna vaccinale attualmente non coinvolge ancora queste fasce di età».

Dieci milioni di italiani non ancora vaccinati

Sono più di 10 milioni gli italiani sopra i 12 anni, su una popolazione complessiva vaccinabile di oltre 53 milioni, che non hanno fatto neanche la prima dose del vaccino anticovid. Dall’ultimo report settimanale del governo emerge che 3,5 milioni sono gli over 50 senza alcuna copertura mentre sono poco meno di un milione e 700mila i ragazzi tra i 12 e i 19 anni in attesa. A questi vanno aggiunti più di 5 milioni di italiani nella fascia tra 20 e 49 anni che portano appunto il totale a oltre 10 milioni.
Il report indica inoltre che negli ultimi 7 giorni sono state somministrate quasi 1,8 milioni di dosi complessive, per un totale dall’inizio della campagna che supera gli 80 milioni. Le dosi distribuite alle regioni sono invece quasi 92 milioni e, dunque, nei frigoriferi ce ne sono oltre 11 milioni.

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