CORIGLIANO ROSSANO La variante “alfa” del virus Sar-Cov-2 è stata completamente rimpiazzata dalla “delta”. È questo il primo dato che in queste settimane sta facendo registrare la provincia di Cosenza. Tutti i nuovi casi, quindi sono rcionducibili alla variante delta. L’azienda sanitaria provinciale di Cosenza ne è consapevole e per una eventuale, nuova, ondata della pandemia sembra esser pronta ad ogni evenienza.
Ad oggi sono 50 i posti letto occupati da pazienti Covid in tutta provincia e l’Asp.
«Speriamo non ci sia una nuova ondata – dichiara il direttore sanitaria dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, al Corriere della Calabria – anche perché la campagna vaccinale sembra stia centrando gli obiettivi, nel senso che attualmente sono i soggetti non vaccinati ad essere colpiti dal Covid. Ad oggi i posti letto occupati dai pazienti affetti dal virus, in tutta la provincia sono 50, un numero leggermente superiore rispetto alla fase di decrescita dell’infezione, quando di pazienti ne contavamo circa 30».
Il direttore sanitario riferisce poi come l’Asp sia «pronta a riaprire le strutture: abbiamo a disposizione 75 posti letto e per far ciò dovremo riconvertire dei reparti ospedalieri come nei mesi scorsi. Quindi al bisogno, sono pronti alla riapertura i reparti Covid di riaprire Cetraro, Acri, Rossano che potrebbe arrivare a 38 posti semplicemente incrementando il personale, ed eventualmente Rogliano. A questi posti disponibili nell’Azienda sanitaria provinciale si aggiungono quelli predisposti dall’Azienda sanitaria di Cosenza».
«L’Asp si sta preparando ad un’eventuale nuova ondata – aggiunge il manager dell’Asp – determinata dalla variante delta che ha una maggiore virulenza e trasmissibilità, anche se i dati attuali sembrano indicare una coda della terza ondata».
Il problema, tuttavia, è sempre lo stesso: il deficit di personale medico e soprattutto paramedico. «Stiamo attingendo alle graduatorie degli infermieri – specifica Rizzo –. Il personale nei vari reparti non è stato riorganizzato completamente e nel momento in cui si casi Covid sono diminuiti, il personale acquisito ad hoc è stato riutilizzato nei diversi reparti. Se dovesse servire, in parte gli infermieri mancanti saranno richiamati nei reparti Covid, in parte ne stiamo assumendo di nuovi. Abbiamo anche bandito un concorso per pneumologi»
Con gli sforzi dedicati a tamponare la pandemia, soprattutto negli ospedali spoke l’agenda degli interventi chirurgici di routine è completamente saltata. Molte, moltissime patologie necessitano dei bisturi, anche se non si è in pericolo di vita. Un dato trascurato dalla sanità locale per indirizzare tutti gli sforzi verso il virus. E così capita che interventi fondamentali, necessari al benessere della persona, siano posticipati per mesi, rendendo la vita dei pazienti comunque un inferno.
L’Asp si starebbe muovendo in tal senso. «Il commissario La Regina – riferisce ancora Martino Rizzo – si è preoccupato del fatto che si stiano tralasciando le altre patologie. Dovremo, quindi, garantire percorsi utili a consentire l’accesso alle cure dei pazienti non Covid. Anche quei reparti, però, necessitano di un’organizzazione efficiente che stiamo traducendo nella riattivazione di alcuni concorsi e nella pubblicazione di nuovi che serviranno ad assumere i dirigenti di struttura complessa (i cosiddetti primari, ndr) ed i dirigenti di struttura semplice».
«Dobbiamo predisporre delle reti – conclude Martino Rizzo –: il paziente che soffre di una determinata patologia deve sapere in quale reparto e in quale città può risolvere il suo problema. Insomma, stiamo rimettendo al centro il paziente. Ma ciò implica dei tempi che la burocratizzazione delle procedure sta allungando». (l.latella@corrierecal.it)
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