CATANZARO «Toglietevi dalla testa questa mania di persecuzione». Non ci sono persecuzioni nelle indagini della Procura di Catanzaro, lo ha specificato il procuratore Nicola Gratteri nel corso di un incontro ad una rassegna letteraria che si è tenuta in serata a Catanzaro al Parco della biodiversità per presentare l’ultimo libro scritto dal magistrato insieme allo storico e giornalista Antonio Nicaso. Rispondendo alle domande del massmediologo Klaus Davi, Gratteri ha specificato che «se il mondo delle professioni si mette al servizio della cosca, se il candidato si rivolge al capo cosca, se si fanno patti col diavolo, poi la colpa non è di Gratteri». Secondo il procuratore vi è un fenomeno che è stato possibile rilevare: l’attacco di panico del candidato a 48 ore dal voto. «Non solo il delinquente, il faccendiere, il prestanome, può accadere che anche una persona per bene a poche ore dal voto vengano raggiunte dalla paura di non farcela ad essere eletti e fanno il patto col diavolo: vanno a trovare gli ‘ndranghetisti».
Nel corso dell’intervista Nicola Gratteri ha specificato che è stata una sua decisione quella di non fare domanda alla procura di Milano. «Voi non avete idea – ha detto – di quanto mi piaccia essere il procuratore di Catanzaro, in un Ufficio che, dati del ministero della Giustizia alla mano, è stato portato a target altissimi. Quando sono arrivato abbiamo creato una sorta di piano di rientro per i fascicoli arretrati. Oggi il fascicolo con maggiore arretrato ha tre-quattro anni al massimo». Non solo. Il magistrato ha anche parlato dei lavori in dirittura d’arrivo per la nuova procura che sorgerà nella struttura che era l’ex ospedale militare. Sottolineando che anche in Calabria è possibile creare bei lavori, Gratteri ha spiegato che la nuova Procura avrà anche un parcheggio sotterraneo da 180 posti. «Queste cose siamo capaci di farle al Sud».
Non sono mancate le domande sulla riforma Cartabia e l’istituto dell’improcedibilità che si applicherà nei processi d’appello. Secondo il procuratore «ancora non ce ne rendiamo conto ma gli effetti della riforma si vedranno quando entrerà in vigore, intorno al 2024». L’improcedibilità colpirà reati come la corruzione e reati contro la pubblica amministrazione ma anche l’omicidio colposo che colpisce molte morti sul luogo di lavoro. «Se fosse stato qualche anno addietro, con il governo Berlusconi – ha portato come esempio Gratteri – ci sarebbero state proteste e manifestazioni per questa riforma. Oggi tutto tace perché tutti i partiti dell’arco costituzionale sono coinvolti tranne Fratelli d’Italia. Queste cose accadono con i governi di larghe intese».
Davi tocca l’argomento dell’omicidio di Filippo Gangitano, giovane picciotto legato alle cosche di Vibo Valentia che venne fatto uccidere, stando alle rivelazioni del collaboratore Andrea Mantella, perché gay. «I mafiosi – ha spiegato Gratteri – non sono superuomini, sono vigliacchi, sono maestri della tragedia – che è l’arte di creare liti e rotture tra due parti –, sono responsabili, dell’uccisione di donne e bambini. La storia è piena di esempi. Basti pensare che la bacinella, ovvero la cassa comune della cosca, viene detenuta dal contabile della consorteria e utilizzata per mantenere detenuti, pagare gli avvocati, mantenere le famiglie. Ebbene è accaduto che in alcune occasioni il contabile abbia abusato delle mogli sole, col marito in prigione, con la scusa di consegnare il denaro della bacinella». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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