CATANZARO L’addio dell’arcivescovo Bertolone alla diocesi di Catanzaro-Squillace diventa ufficiale intorno a mezzogiorno. Il presule affida il proprio saluto alle autorità e alle città dell’arcidiocesi a una lettera che passa veloce di mano in mano. Nell’incontro convocato nell’aula Sancti Petri dell’episcopio, l’arcivescovo parla di un «martirio a secco». E continua: «Senza versare il proprio sangue si può essere macerati interiormente e esternamente, pur di continuare a tenere il proprio stile cristiano in situazioni difficili». «Ho abbracciato nella pace la mia croce ma vado via con serenità», spiega Bertolone, il cui addio alla carica viene ricondotto, da fonti vicine alla Curia, alla soppressione del Movimento Apostolico, decisa dalla Santa sede il 10 giugno scorso. La rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi, presentata da Bertolone, è stata accettata in mattinata dal Santo Padre. Monsignor Angelo Panzetta, vescovo di Crotone, è stato nominato amministratore apostolico “sede vacante” della medesima arcidiocesi.
I toni della lettera sono più istituzionali, ma il vescovo dimissionario ricorda (e punta molto) sul proprio impegno a tutto tondo, che si direbbe politico. La missiva si apre con una frase rivolta da papa Francesco ai giornalisti accreditati sul volo da Roma a Budapest giusto qualche giorno fa, il 12 settembre: «Questo volo ha un po’ il gusto del congedo». «Oggi mi congedo da voi – scrive Bertolone – con i quali ho lealmente collaborato per la difesa dei beni comuni e, in particolare, della legalità e della giustizia, nella comune costruzione della civiltà umana nella nostra amata Calabria. Vi ringrazio per le tante forme di vicinanza che avete voluto mostrare non soltanto alla mia povera persona, ma all’ufficio che, in nome di Gesù Cristo, ho svolto in questi dieci anni nel nostro territorio».
L’arcivescovo cita “La vita è sogno”, commedia di Pedro Calderòn de la Barca come sigla «del nostro A-Dio: il sogno di una società più giusta, più amica della natura, senza mafie, né corruzione e né sopraffazioni, capace di un abbraccio collettivo, di un annuncio di misericordia a chi sconta pene in carcere, rimettendo al centro di tutto passione, lungimiranza, soluzione dei problemi e politica seria».
Bertolone sottolinea «il sogno e la speranza profetica per i nostri tempi qui in Calabria: costruire un’altra società fondata sul rispetto e l’aiuto reciproco, sulla speranza per i giovani e sulla consolazione per gli anziani e gli emarginati. E i cattolici, che non debbono fare solo gli spettatori o le comparse, continuino a dare, come mi sono sforzato di fare anch’io con le mie umili e quasi nulle possibilità, il loro contributo, sprigionino le energie umane e spirituali migliori da offrire come forma di servizio non solo agli italiani ma all’Europa e al mondo, dal momento che noi cristiani, vescovi, preti, consacrati e laici, viviamo non fuori ma dentro la città. In questo senso, facciamo politica». Segue una nuova citazione di papa Bergoglio («la politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione»).
L’arcivescovo ringrazia i propri collaboratori e il lavoro della Conferenza episcopale calabra. E, scrive, «ritornano in mente i volti dei sindaci di Catanzaro e Squillace, il dottor Abramo e il dottor Muccari, i volti di sindaci e amministratori di ogni livello che portano la “croce” del servizio alla loro città. A tutti, quelli di ieri e di domani, ripeto: lavorate per Catanzaro e per i paesi dell’hinterland arcidiocesano». «Tu, Catanzaro, svegliati! Guarda lontano e riconquista il tuo storico ruolo di raccordo tra culture e poteri – continua Bertolone –. Scegli per tua guida politica soltanto chi si mostra disinteressato, disposto a mettere a servizio di tutti serietà, preparazione professionale, dedizione e generosità».
Continuano le citazioni: il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il questore Mario Finocchiaro, il generale di brigata della Gdf Mario Geremia, il generale di brigata Andrea Paterna, comandante della Legione dei carabinieri, il capo della Squadra mobile, della polizia stradale.
«Saluto e ringrazio – continua il presule – il procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla: con la loro solerte, instancabile e indipendente attività investigativa, cercano di frenare sul nascere l’attecchimento della zizzania criminale, mafiosa e corrotta, che attossica il buon campo della città e della provincia, corrodendone il grano e i frutti buoni, il presidente del Tribunale, della Corte d’Appello, i direttori degli istituti penitenziari, i responsabili dell’Esercito italiano, dei vigili del fuoco, della polizia municipale, delle associazioni di volontariato di ogni ramo».
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