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Ambiente malato, il buco dell’ozono ora è più grande dell’Antartide

I dati dalle osservazioni del satellite gestito dall’Europa. È più grande del 75% rispetto al periodo di osservazione

Pubblicato il: 16/09/2021 – 18:40
Ambiente malato, il buco dell’ozono ora è più grande dell’Antartide

Il buco dell’ozono quest’anno ha raggiunto un’estensione superiore a quella dell’Antartide, una delle più grandi e profonde degli ultimi anni: lo mostrano le osservazioni del satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Idati sono stati raccolti nell’ambito del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio. Il dato arriva in occasione della Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono, che si celebra oggi.

È più grande del 75% rispetto al periodo di osservazione

Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quest’anno, dopo una condizione iniziale piuttosto nella norma, è aumentato notevolmente parecchio la scorsa settimana ed è ora più grande del 75% rispetto alle misure rilevate in questo stesso periodo dell’anno a partire dal 1979.

«Durata record per persistenza»

«Seppur simile a quello del 2020, quest’anno il buco dell’ozono si è trasformato in uno dei più duraturi mai registrati», osserva Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service. Per Antje Inness, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio, «il monitoraggio del buco dell’ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che le dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050».
Con la fine della stagione primaverile dell’emisfero australe, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l’impoverimento dell’ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.

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