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Rinascita Scott, messaggi recapitati alla suocera. Intimidito il collaboratore Schiavone

Il 3 febbraio il pentito non ha voluto rispondere al pm. Resa nota in aula la vicenda delle “imbasciate” alla congiunta. Le dichiarazioni di Giuseppe Navarra: «Minacciato dal pm». Atti a Salerno

Pubblicato il: 17/09/2021 – 14:07
di Alessia Truzzolillo
Rinascita Scott, messaggi recapitati alla suocera. Intimidito il collaboratore Schiavone

LAMEZIA TERME “Imbasciate” dal tono minatorio sono state inviate alla suocera  collaboratore di giustizia Salvatore Schiavone, 45 anni, tanto da intimorirlo e indurlo a rinunciare a testimoniare in aula lo scorso 3 febbraio nel corso del maxi processo “Rinascita-Scott”. Lo ha reso noto, al termine dell’udienza dello scorso 15 settembre, il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci. Ma procediamo con ordine.

La rinuncia

Il 3 febbraio 2021 il collaboratore Salvatore Schiavone, di Vibo Valentia, doveva rispondere alle domande del pm Antonio De Bernardo. Chiamato come teste dell’accusa, la collaborazione di Schiavone era emersa dai brogliacci dell’inchiesta della Dda di Catanzaro che il 19 giugno 2020 aveva portato all’arresto di undici persone per traffico di droga dal Brasile e dall’Albania. Il 3 ottobre 2019 Schiavone parla degli uomini della locale di Zungri in Toscana: i fratelli Valerio e Giuseppe Navarra. Non solo. Rende dichiarazioni anche sui fratelli Giovanni Rizzo classe ’82, imputato nel processo con rito abbreviato, e Giuseppe Rizzo, imputato nel processo con rito ordinario.
Alla domanda del pm De Bernardo se Schiavone intendesse rispondere, il pentito ha rifiutato. Gelo in aula per questa inaspettata decisione. Il magistrato ha risposto: «Congediamo il teste – ha detto il pm –, la Procura prenderà i provvedimenti del caso». E il collegamento con Schiavone è stato chiuso.

I messaggi all’avvocato: «Ho avuto paura»

Dopo questo episodio Schiavone ha inviato dei messaggi al proprio legale affermando di avere avuto paura perché “un’imbasciata” era stata mandata alla suocera che vive a Nicotera in prossimità degli imputati Giovanni Rizzo classe ’82 e Giuseppe Rizzo. Il difensore ha depositato questi atti (i messaggi) e la Procura di Catanzaro ha deciso di interrogare Schiavone per approfondire quanto accaduto. Non solo. Sono stati fatti anche approfondimenti per verificare l’esatta ubicazione della residenza della suocera di Schiavone rispetto a quella dei Rizzo. Tutti atti che la Dda ha depositato in udienza – sollevando la questione di intralcio alla giustizia – e ha chiesto l’acquisizione de plano dei verbali a dibattimento o, in subordine, l’escussione del collaboratore Schiavone.

La versione di Giuseppe Navarra: «Schiavone è stato minacciato dal pm»

La piega che ha preso questa vicenda a qualcuno non è piaciuta. E non sono mancate le tensioni in aula. L’imputato Giuseppe Navarra ha infatti voluto rendere dichiarazioni spontanee affermando che la minaccia a Schiavone non sarebbe arrivata dai messaggi recapitati alla suocera ma dalle parole proferite in aula dal pm De Bernardo quando il pentito ha deciso di non rispondere alle domande. Con veemenza Navarra ha invitato il collegio a leggere il verbale d’udienza per rendersi conto. A queste affermazioni il pm Frustaci ha anticipato che il verbale di udienza verrà inviato alla Procura di Salerno – competente per ogni procedimento che riguardi i magistrati del distretto di Catanzaro – per il reato di calunnia. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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