CATANIA Anche Sebastiano Ardita, componente del Csm con una lunga esperienza in magistratura in Sicilia, esprime solidarietà nei confronti di Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, dopo la scoperta del progetto – rivelato dal neo collaboratore di giustizia Antonio Cataldo – di attentare alla vita di suo figlio.
«Cataldo – riassume Ardita in un post su Facebook – ha raccontato che nel 2013 un altro detenuto di Locri, gli aveva “raccontato del progetto per compiere un attentato al figlio di Nicola Gratteri che in quel momento era stato proposto come ministro della Giustizia”. “C’era un allarme in generale… delle persone detenute… loro temevano delle… dei processi… e leggi più ferree”, ha detto, aggiungendo poi inquietanti particolari sulle modalità con le quali doveva essere commesso il delitto: “Specifico che non volevano spararlo ma che lo avrebbero investito con una macchina”».
«Qualche tempo dopo il 2013 – spiega ancora il magistrato –, quando ero procuratore aggiunto a Messina, Nicola venne a denunciare una brutta intimidazione ai danni di suo figlio che somigliava a un sopralluogo preattentato. La foto che pubblico risale proprio a quel giorno in cui venne a Messina ed è l’occasione per esprimere a Nicola Gratteri ed alla sua splendida famiglia la più grande forte e affettuosa solidarietà».
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