I cittadini di Catanzaro possono stare sereni e dormire sonni tranquilli: non è l’ennesimo movimento politico quello al quale avrebbe aderito il sindaco Sergio Abramo. “Coraggio Italia” – si chiama così il nuovo partito nel quale ha trovato alloggio – è nato da una costola della Lega, in opposizione a quella di Salvini e lo presiede il sindaco di Venezia Luigi Brugnano, uno degli uomini più facoltosi del Veneto, proprietario della “Reyer” la squadra di basket femminile che milita in serie A; ex presidente dell’agenzia per il lavoro: “Humana Holding”; di “Assolavoro” e di “Confindustria” Veneto.
Il “matrimonio” tra Abramo ed i “dissidenti” della Lega di Salvini, a ragion di logica, dovrebbe mettere in forse le voci che davano oltre a Spirlì anche Abramo tra i cooptati nel governo regionale, se a vincere le elezioni sarà Occhiuto con il quale Salvini aveva già raggiunto un accordo anche se solo per Nino Spirlì riproponendolo alla vicepresidenza per sottrarlo ancora una volta, all’esame degli elettori. Venuta meno la Lega, chi altri si sarebbero presa la gatta da pelare per proporre anche Abramo? Intanto a mandare a gambe per aria l’accordo su Spirlì (e forse anche per Abramo) ci ha pensato la scorsa settimana Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, aprendo a Catanzaro la campagna elettorale difronte ad una platea che gremiva Piazza Prefettura, non ha avuto mezzi termini nello sgomberare il campo elettorale. «Fratelli d’Italia – ha detto – non intende pagare alcun prezzo per accordi politici presi da altri»; un riferimento chiaro al “ticket” che Forza Italia si sarebbe impegnata a pagare alla Lega per cooptare ancora una volta in Giunta soprattutto Spirlì, in cambio di voti per la Presidenza. «Sarà un argomento – ha aggiunto Meloni – che verrà deciso il giorno dopo il voto, perché questo è il modo per dimostrare rispetto verso i calabresi». Il suo è stato un intervento condotto con la stessa determinazione con cui l’onorevole Meloni ha promesso ai calabresi che chiederà loro quale dovrà essere il peso di Fratelli d’Italia in Calabria.
La leader di Fratelli d’Italia ha parlato con un tono pacato, il che le ha consentito di essere attenta e compiuta, attuale e interessante in chi l’ascoltava; si è mantenuta nei limiti della concretezza anche quando ha citato fatti e luoghi con puntigliosa realtà, strappando applausi alla platea. Mai una frase fuori posto. Un comportamento il suo che ha riportato alla memoria di quanti l’hanno conosciuto Giorgio Almirante (non sarà il nome?), il segretario dell’allora “Movimento Sociale Italiano che quando un giornalista gli poneva un quesito, era solito premettere alle sue risposte la famosa frase: «La ringrazio della domanda…».
Nel suo intervento a Catanzaro, l’on. Meloni, seguendo un’antica tradizione del suo Partito, ha scelto la strada della comunicazione pratica piuttosto che quella della politica supponente, infatti senza cadere mai nella retorica è riuscita a mettere in fila i problemi di cui soffre la Calabria, impegnandosi a portarli all’attenzione del prossimo governo regionale per il quale ha escluso che possa esserci posto per “i super eroi”. E con questa promessa ha lasciato il palco tra lo sventolio delle bandiere e il suo nome gridato a più voci a sovrastare gli applausi.
*giornalista
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