CATANZARO È ormai un dato probabilmente acquisito che Giuseppe Conte “buchi” l’opinione pubblica, se anche una città generalmente sonnacchiosa come Catanzaro garantisce al neo leader del Movimento 5 Stelle un palcoscenico da one man show, da consumata star della politica. È oggettivamente bagno di folla, per Conte, che peraltro Catanzaro la conosce bene perché quando non era ancora Conte scendeva qui nei week end per raggiungere la moglie che lavorava nel capoluogo calabrese. E tra un selfie e un altro, tra un coro e un altro (il più usato «sei bellissimo»), tra una richiesta di foto e un’altra (soprattutto donne, ma questo forse non fa nemmeno più notizia) Catanzaro risponde al rischiamo anche un po’ glamour del presidente pentastellato che lancia la volata alla candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, Amalia Bruni. Una scelta nata da un’intesa con il Pd che «mi sembra abbia dato buoni frutti», spiega Conte assicurando che la Calabria per lui merita un’attenzione «non estemporanea» perché «una buona politica non può trascurare una regione con tante criticità». È un Conte che, con stile leggero, schiva anche le trappole più insidiose, come quella sulla sanità: «Stop al commissariamento», dice folgorato sulla via di Damasco, visto che sono stati i suoi governi a rendere ancora più stringente il commissariamento stesso con quei Decreti Calabria che si stanno prendendo i peggiori insulti in campagna elettorale. A garanzia di questo ravvedimento, per Conte c’è la scelta della Bruni, «un progetto che pone la sanità e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari al primo posto».
Sul piano dei contenuti, parlando con i giornalisti, anzitutto Conte sottolinea di avere la Calabria nel cuore. «Da presidente del Consiglio qui ho fatto un Consiglio dei ministri straordinario a Reggio, sono venuto a presentare il Piano Sud per il rilancio del Mezzogiorno a Gioia Tauro, sono venuto diverse volte e questa non sarà l’ultima. La Calabria per me – osserva il leader del Movimento 5 Stelle – non è oggetto di un’attenzione estemporanea. La Calabria è una delle regioni che soffre di più, per quanto riguarda le infrastrutture, le tante criticità, salute, ambiente, alti tassi di disoccupazione. Quindi una buona politica non può trascurare la Calabria».
E una buona politica non può trascurare di affrontare l’emergenza delle emergenze, la sanità. «Abbiamo contribuito alla designazione di una candidata presidente della Regione (la Bruni, ndr) che capisce di sanità. È una grande ricercatrice, è una punta di eccellenza nella ricerca nel campo medico e scientifico calabrese, quindi stiamo offrendo un progetto che pone la sanità e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari al primo posto». Quindi Conte lancia «un appello: anche con il Conte 2 siamo intervenuti con il Decreto e con vari investimenti aggiuntivi, ma oggi lo dico forte e chiaro, la nuova amministrazione regionale, quella che uscirà da questo voto – e ovviamente confido che questo nostro progetto sia vincente – dovrà assumersi la responsabilità, dopo la gestione commissariale e dopo gli interventi normativi e finanziari che abbiamo fatto, di affrontare la politica sanitaria calabrese con mezzi ordinari. Quindi – rileva il presidente M5S – stop al commissariamento».
L’aspetto più prettamente politico Conte poi lo riserva all’alleanza con il Pd in Calabria e a una “bordata” all’indirizzo di Luigi de Magistris. «Mi sembra di poter dire che a questo appuntamento in Calabria, come altrove – penso a Napoli, Bologna e altre realtà territoriali – noi arriviamo con un’intesa con il Pd che mi sembra abbia dato buoni frutti. Se mi fermo a considerare la proposta politica che anche qui presentiamo, è una proposta politica coerente, forte, solida, concreta, fatta a misura di questo territorio e dei bisogni di una migliore qualità di vita dei cittadini calabresi. Se poi – aggiunge il leader del Movimento 5 Stelle – ci sono delle componenti, nell’area di centrosinistra, che hanno deciso di andare per conto loro, per carità noi rispettiamo. Ma penso che chi ha gestito una realtà come Napoli, come il Comune di Napoli, aggravando sensibilmente il deficit di bilancio, addirittura di ulteriori 5 miliardi, francamente – rimarca – non sta facendo una proposta di governo credibile e affidabile, con tutto il rispetto».
Il resto è la difesa a spada tratta del reddito di cittadinanza. «Adesso c’è stata una pandemia, abbiamo avuto un milione in più di poveri, di persone in povertà assoluta. Il reddito di cittadinanza è un misura di civiltà che tutti gli altri paesi occidentali hanno, noi l’abbiamo introdotta in ritardo. Quindi fare polemiche politiche solo perché è stato il M5S che l’ha voluta e l’ha introdotta, significa veramente essere vigliacchi, sono afferma comportamenti vigliacchi. Il M5S – afferma Conte – è in prima linea per perfezionarne l’applicazione, per migliorarne l’efficacia, ma il reddito di cittadinanza non si tocca, che sia ben chiaro». Quindi, Conte minimizza sul rischio di un ritorno del M5S al caos visto che alcuni attività hanno depositato un ricorso contro il nuovo Statuto e la sua elezione a leader pentastellato: «Grazie a Dio – conclude – abbiamo un sistema giustizia accessibile a tutti, quindi anche agli attivisti del M5S che non sono d’accordo con questa svolta. Se ritengono di segnalare all’autorità giudiziaria una qualche criticità ben vengano, non abbiamo nulla da temere». (redazione@corrierecal.it)
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