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«Gli ultimi scampoli»

Il blocco dei sondaggi nell’ultimo miglio della campagna elettorale riporta la contesa al vecchio metodo del porta a porta.Col passare delle ore si consumano gli ultimi scampoli di un risultato ch…

Pubblicato il: 21/09/2021 – 12:24
di Bruno Gemelli*
«Gli ultimi scampoli»

Il blocco dei sondaggi nell’ultimo miglio della campagna elettorale riporta la contesa al vecchio metodo del porta a porta.
Col passare delle ore si consumano gli ultimi scampoli di un risultato che sembra già scritto, anche se le previsioni sono sempre fallaci. Gli intervistati calabresi o non rispondono o, se lo fanno, non sono sempre sinceri.
Tuttavia, considerando altri parametri e facendo altre valutazioni, per la prima posizione dovrebbe ripetersi lo schema del 26 gennaio 2020 allorché vinse Jole Santelli col 55,29 per cento dei consensi in un’affluenza del 44,3 per cento. L’astensione alta non fa presagire adeguati ripensamenti.
Il quadro politico è rimasto lo stesso, pur in presenza di una modificazione degli equilibri interni che, questa volta, potrebbero allentare la spettacolarità all’esperienza passata.
Per i migliori perdenti s’immagina, forse sbagliando, un fotofinish. Un duellare destinato a spegnersi il giorno dopo il voto, al netto di qualche coda giudicante.
Sempre i migliori perdenti, a urne chiuse, saranno condannati a collaborare se vogliono realizzare un sedicesimo dei propositi bellicosi della vigilia. In sostanza il problema principale dell’assemblea legislativa che andrà a essere eletta, e che al momento la inchioda all’ultimo posto del consesso europeo, è superare lo storico consociativismo che è il figlio di questa terra. Si potrebbero fare tanti esempi per sostenere questa affermazione che potrebbe apparire inappellabile.
Sin dai tempi del compromesso storico, che partorì il “concorsone”, nell’assemblea consiliare non c’è stata mai un’opposizione, vera, reale, misurabile. D’altra parte giova ricordare che il presidente del Consiglio regionale, all’alba del 2020, fu eletto con i voti determinanti di una parte importante del Partito democratico. Una fattispecie ricorrente che è stata rimossa dalla pubblicistica corrente.
Basterebbe una minoranza consapevole dei propri obblighi per ricostruire un tessuto civico e democratico degno di questo nome.
La speranza di cambiamento rinviene dalla circostanza che la presenza femminile potrebbe essere, questa volta, corposa e consapevole. Ma anche la necessità che cresca orizzontalmente l’alfabetizzazione dell’Aula.
A ben vedere non siamo gli ultimi. Per esempio il Consiglio regionale della Valle d’Aosta, su input del presidente  della giunta regionale, Erik Lavévaz, è stato convocato in seduta straordinaria per discutere degli effetti della sentenza della Corte dei Conti che ha condannato 18 consiglieri regionali valdostani ex e attuali per i finanziamenti pubblici concessi al Casinò di Saint-Vincent.
Per la serie infausta, “mal comune mezzo gaudio”.

*giornalista

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