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Tassone: «Elezioni regionali senza dibattito e confronto»

«La Calabria può essere il laboratorio per un riscatto civile e morale in cui il Paese tutto trovi la ragione per una inversione di rotta»

Pubblicato il: 21/09/2021 – 19:12
Tassone: «Elezioni regionali senza dibattito e confronto»

CATANZARO «Con il passar del tempo gli appuntamenti elettorali perdono forza propulsiva. L’interesse si va sempre più scemando, i coinvolgimenti delle persone si assottigliano, le aspettative sulle soluzioni dei problemi scompaiano. Resistono gli interessi dei candidati, dei loro supporter sempre più svogliati in un contesto sociale rarefatto e disincantato». Lo afferma in una nota Mario Tassone, coordinatore regionale della Federazione Popolare dei democratici cristiani.
«I candidati svincolati dai processi formativi che i partiti riuscivano ad assicurare – prosegue – appaiano concorrenti per occupare dei posti e non espressioni di progetti politici,di contenuti, dì sensibilità indispensabili al corretto funzionamento delle istituzioni. La scena è occupata dai capi partito con intorno la cerchia di candidati, molti dei quali con nessuna esperienza politica. E come potrebbe essere se la politica è in crisi. Nessun dibattito, nessun documento progettuale di organi collegiali, solo monologhi e le interviste ai capi che a rotazione vengono ospitate sui quotidiani con contorni di amenità che soddisfano le curiosità e non le attese. Tutto qui. E pensare che il 3-4 ottobre è interessata una platea di oltre 12 milioni di elettori. Città come Roma, Milano, Napoli, Torino rinnovano i loro organi. E poi c’è la Calabria, l’unica regione chiamata alle elezioni. Non c’è dibattito, non c’è confronto sui temi solo animatori di una gara fine a stessa. La Federazione popolare dei democratici cristiani si sta impegnando perché candidati per cultura distanti da posizioni estreme e approssimative, all’indomani delle elezione, sia eletti e non, diano vita a una area che favorisca il dibattito, arricchisca di contenuti progetti su cui misurarsi, resista al tracollo della democrazia, dia linfa a istituzioni asfittiche. Una forza, dunque, di interposizione tra la non politica e la esigenza di recuperare dinamismi, idee, volontà: valori dilapidati nel tempo. La Calabria – chiosa l’ex sottosegretario – può essere il laboratorio per un riscatto civile e morale in cui il Paese tutto trovi la ragione per una inversione di rotta. Una storia dei cittadini da scrivere e non quella dei leader e dei tanti “capi manipoli”».

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