PLATANIA Sono in tutto 11 i casi accertati di positività al Covid-19 a Platania. Un focolaio esploso in pochi giorni e tutto a causa di una festa di compleanno in località “Fossa don Paolo”, organizzata lo scorso 11 settembre. Il piccolo centro del Lametino si ritrova così a combattere virtualmente una nuova “guerra” contro il coronavirus, sfruttando le armi che ormai da un anno e mezzo le amministrazioni comunali hanno imparato ad usare: ordinanze, tamponi e l’invito alla prudenza rivolto alla cittadinanza. E Platania non fa eccezione.
Il primo cittadino Michele Rizzo, una volta appresa la notizia e una volta raccolti i primi dati ufficiali dall’Asp di Catanzaro è corso ai ripari, predisponendo la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, rinviando l’inizio del nuovo anno. «I casi ci sono, purtroppo, e io – racconta Rizzo al Corriere della Calabria – ho preferito da subito chiudere le scuole perché ancora c’era grande incertezza sul numero dei contagiati, legati anche ai familiari, anche perché la festa è avvenuta a cavallo del weekend». «Probabilmente i numeri cresceranno ancora – dice Rizzo – ma non arriveremo a 70 come si pensa».
Da una parte c’è dunque l’apprensione, dall’altra la consapevolezza di dover gestire la situazione nel modo migliore possibile: «Sabato – ci spiega il sindaco – dovrò decidere se riaprire le scuole per il lunedì prossimo e sono un po’ preoccupato nonostante la situazione sia comunque sotto controllo, anche perché le famiglie sono in isolamento volontario o in quarantena obbligatoria come proposto dall’Asp e sottoscritto da me». Poi l’invito: «In questo anno e mezzo ho sempre invitato i miei concittadini alla cautela. Ma questa volta un po’ di più perché chi ha partecipato alla festa non si deve nascondere. C’è il rischio che chi non ha sintomi vada comunque in giro per il paese mentre invece sarebbe meglio prima rivolgersi al medico di medicina generale per verificare cosa fare e cosa non fare. Restare nell’anonimato non serve a nulla e a nessuno».
La lotta al Covid nelle piccole comunità, e Platania non pare fare eccezione, è un problema “suddiviso” tra il sindaco, le forze dell’ordine e l’Asp. E nessun’altra istituzione che pare non esserci affatto: «Noi sindaci – racconta Michele Rizzo – siamo sempre al centro di tutte le questioni, ma la risposta negli altri settori non c’è stata. Forse ci siamo ormai abituati, ci teniamo questo fardello di avere anche tutte le responsabilità sulle azioni da compiere nel nostro territorio». (redazione@corrierecal.it)
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