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La «forte preoccupazione» del Tavolo Adduce: è ancora notte fonda per la sanità calabrese

Il monitoraggio di luglio: 91 milioni di disavanzo, tasse ancora all’insù, crollo dei Lea. E no alla gestione “stralcio” del debito chiesta da Longo

Pubblicato il: 22/09/2021 – 13:18
La «forte preoccupazione» del Tavolo Adduce: è ancora notte fonda per la sanità calabrese

CATANZARO Il piano di rientro della sanità calabrese continua a sbattere contro il muro ministeriale. «Forte preoccupazione in ordine alle rilevanti criticità che continuano a registrarsi»: così (anche) l’ultima riunione del Tavolo di monitoraggio “Adduce”, quella del 22 luglio scorso, si traduce in una sonora bocciatura per le gestioni commissariali, compresa quella attuale guidata dal prefetto Guido Longo. Sono tante le criticità che i tecnici ministeriali mettono in fila, dal disavanzo attestato a 91 milioni (nonostante il 2020 si sia chiuso con un attivo) e dal conseguente ulteriore incremento delle aliquote fiscali Irpef e Irap (cioè, delle tasse a carico dei calabresi) fino al brusco no alla richiesta di Longo di una gestione “stralcio” che in pratica estinguesse l’enorme massa debitoria della sanità calabrese fino alla fine del 2020, richiesta respinta dal Tavolo Adduce al “mittente” Longo, che dovrà cavarsela da solo… Per non farsi mancare nulla, la sanità calabrese registra poi un crollo dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, che per il Tavolo Adduce nel 2019 sono a 125, abbondantemente (e gravemente) sotto la soglia di adempienza.

Il disavanzo

Prima negatività: il disavanzo. «La Regione Calabria – si legge nel verbale della riunione dell’Adduce del 22 luglio – al IV trimestre 2020 presenta un disavanzo di 86,400 milioni. Dopo il conferimento delle coperture, per 107,194 milioni, derivanti dal gettito delle aliquote fiscali massimizzate per 98,636 milioni e dal conferimento di 8,558 milioni quale “quota sociale” delle prestazioni socio-sanitarie presente sul bilancio regionale 2021 destinata al 2020, il risultato di gestione del IV trimestre 2020 evidenzia una maggiore copertura di 20,794 milioni. In considerazione del disavanzo non coperto cumulato relativo all’anno 2018 e 2019, pari a 111,811 milioni, il disavanzo complessivo cui dare copertura rideterminato in 91,017 milioni». Ne consegue che – scrive il Tavolo – «in considerazione del disavanzo non coperto 2018 e 2019, portato a nuovo, si sono realizzate, con riferimento al risultato di gestione dell’anno 2020, le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all’Irpef per l’anno d’imposta in corso, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti, e per l’applicazione del divieto di effettuare spese non obbligatorie da parte del bilancio regionale fino al 31 dicembre 2022»

No alla gestione “stralcio” del debito

«Al momento non è stata quantificata l’entità del debito pregresso, che è peraltro un’attività in capo al commissario». Così il Tavolo Adduce “gela” il commissario Longo sulla richiesta della gestione stralcio. «Con riferimento alla richiesta di costituire gestione stralcio per affrontare la questione del debito pregresso, con particolare riferimento alle Asp di Reggio Calabria e Cosenza, (Tavolo e Comitato Lea, ndr) valutano che eventuali modifiche normative che potrebbero rendersi necessarie, dovranno essere valutate una volta definita la quantificazione del debito pregresso, segnalando evidentemente che ove le stesse dovessero comportare oneri per la finanza pubblica, occorrerebbe individuare la conseguente copertura. Occorre poi attentamente valutare – evidenzia il verbale – eventuali proposte normative che potrebbero generare effetti emulativi e ricadute in termini di finanza pubblica nel breve e nel lungo periodo, dopo un lavoro di risanamento dei conti del Ssn che ha richiesto impegno pluriennale da parte di tutte le regioni, con particolare riferimento a quelle gravate da alti deficit strutturali che potrebbero riformarsi dal momento che le regioni sono ancora in fase di consolidamento dei risultati raggiunti da poco. È necessario che il commissario ad acta della Regione Calabria affronti la questione del debito pregresso, nell’ambito del previsto Programma Operativo 2022-2023 di prosecuzione del Piano di rientro. Si ricorda in merito che i decreti legge n. 35/2019 e n. 150/2020 hanno messo a disposizione le risorse sia umane che finanziarie per affrontare le criticità insite nel Ssr calabrese, ivi ricomprendendo la più volte richiamata problematica del debito pregresso. Pertanto – si rimarca ancora – la proposta di una gestione stralcio per il debito pregresso, per le motivazioni suesposte, non si ritiene percorribile».

«Forte preoccupazione sulle criticità che continuano a registrarsi»

Il resto del verbale – 108 pagine – è pieno zeppo di tante altre criticità, tra le quali spicca quella relativa al monitoraggio dei Lea, in riferimento al quale il Tavolo Adduce riscontra che «il punteggio complessivo registra nel 2019 un punteggio pari a 125, collocandosi al di sotto della soglia di adempienza ed in notevole diminuzione rispetto al punteggio del 2018». Al tirar delle somme, Tavolo e Comitato – conclude il verbale – «esprimono una valutazione di forte preoccupazione in ordine alle rilevanti criticità che continuano a registrarsi nell’attuazione del piano di rientro della Regione Calabria, aggravate dalle criticità nella gestione dell’emergenza sanitaria. Esortano la struttura commissariale ad implementare le attività connesse al mandato commissariale conferito». (c. a.)

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