CATANZARO La Regione Calabria ci ha abituato ai paradossi burocratici. E la letteratura sul tema è vasta e risalente nel tempo. Per fortuna (di chi racconta i paradossi, non di chi li subisce) la produzione degli uffici e della politica non si ferma quasi mai. L’ultimo esempio è un atto approvato dalla giunta regionale lo scorso 28 luglio e finito nel Bollettino regionale il 22 settembre, cioè circa due mesi dopo. Al di là dei tempi non esattamente scandinavi, a stupire è il contenuto. Che si sostanzia nell’emanazione di un regolamento firmato dal governatore reggente Antonino Spirlì. Ecco i due articoli di cui si compone. Il primo: «È abrogato il regolamento regionale n. 1 del 15 febbraio 2011, avente ad oggetto “Regolamento per l’accreditamento degli organismi di formazione ed orientamento professionale della Regione Calabria”».
Il secondo: «Il presente regolamento entra in vigore il 1° gennaio 2022».
Tutto bene, si direbbe: la Calabria ha un nuovo regolamento per accreditare gli organismi di formazione. Ci sta che la Regione metta mano al settore. Il problema – se lo chiedono da 24 ore operatori del settore e (s)fortunati lettori del Burc – è che nessuno riesce a trovare traccia di questo nuovo regolamento che disciplinerà l’ambito della formazione dal prossimo anno. Sul Bollettino regionale appena pubblicato non c’è. Dunque, per ora, almeno stando agli atti e alle segnalazioni ricevute dal Corriere della Calabria, Spirlì ha cancellato le vecchie regole di accreditamento senza fissarne di nuove (o, almeno, senza che sia possibile consultarle sul Burc). Non resta che aspettare e sperare. Fino al 2022 c’è tempo.
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