Il progetto coltivato da parte del M5S di svuotamento dell’istituzione parlamentare va avanti nel silenzio generale delle forze politiche, del nutrito drappello di costituzionalisti, Intellettuali a “vario titolo” e degli organi di informazione.
La designazione del presidente della Camera a componente il collegio dei garanti del M5S è in contrasto con il ruolo di presidente di un ramo del Parlamento che è di garanzia di tutte le espressioni parlamentari attraverso una rigorosa gestione del regolamento. I ruoli di garante di una istituzione e di garante di una parte attribuiti alla stessa persona sono inconciliabili. La seconda e terza carica dello Stato debbono essere poste al riparo di pericolosi cedimenti o strumentalizzazioni. Per questo i presidenti dei due rami del Parlamento per prassi non votano.
Nella prima fase della storia repubblicana chi era eletto presidente della Camera o del Senato si dimetteva contestualmente dal gruppo di appartenenza e transitava in quello misto. Con il presidente del Senato Grasso era avvenuto lo strappo con le sue mancate dimissioni dal suo gruppo. Con Fico nella veste di garante della Camera e di una forza politica è uno sfregio intollerabile alla credibilità delle istituzioni di democrazia rappresentativa. Il M5S prosegue, dicevamo, nel suo disegno: la democrazia diretta, il vincolo di mandato, il voto a distanza dei parlamentari, la riduzione del numero dei parlamentari approvato senza opportune modifiche, sono le tappe di un percorso di una eversione strisciante che oltraggia la Costituzione e le conquiste democratiche. Si diceva tutto questo nel silenzio generale. Non ho letto nulla. Nessuno accenno su questo “scivolone” istituzionale. Questo in fondo è l’aspetto più grave.
* coordinatore regionale della Federazione Popolare dei democratici cristiani
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