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Cosenza, sequestrati beni a una società del trasporto pubblico locale: due indagati

Contestati dalla Guardia di finanza un giro di fatture false, omessi versamenti e bancarotta. Sigilli a un immobile di pregio a Rende

Pubblicato il: 27/09/2021 – 10:46
Cosenza, sequestrati beni a una società del trasporto pubblico locale: due indagati

COSENZA Beni mobili e immobili per oltre 600 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Cosenza ad una società attiva nel settore del trasporto pubblico locale con sede in città. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura, fa seguito alle indagini svolte dai finanzieri nei confronti dell’amministratore di fatto e in quello di diritto dell’impresa ai quali sono stati contestati i reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute dovute o certificate e di bancarotta concordataria.
Gli accertamenti sono stati svolti dai finanzieri attraverso l’analisi della documentazione aziendale, l’esame delle movimentazioni bancarie della società e degli indagati e dalla ricostruzione di tutti gli asset finanziari e patrimoniali dell’impresa di trasporti. Sotto il profilo fiscale sono state accertate, fa sapere la Guardia di finanza, numerose irregolarità compiute dagli indagati che, allo scopo di evadere le imposte sui redditi e Iva, attraverso la stipula di un contratto simulato per l’acquisto di un fabbricato commerciale (da adibire a ristorante) in provincia di Varese, avrebbero utilizzato false fatturazioni omettendo il versamento delle somme trattenute sulle retribuzioni dei dipendenti aziendali per fini previdenziali ed assistenziali.
Inoltre sarebbe emersa l’esistenza di un dissesto societario realizzato dagli imprenditori. Gli indagati, da quanto rilevato, avrebbero dapprima distratto dal patrimonio rilevanti somme di denaro, in assenza di giustificazioni contabili per poi proporre al Tribunale di Cosenza, nel 2020, istanza di ammissione alla procedura del concordato preventivo. Il sequestro riguarda disponibilità finanziarie dell’azienda, dei due indagati e un immobile di pregio nel comune di Rende, intestato ad una terza società a loro riconducibile.

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