Uva da vino ma anche da tavola a settembre. Qualsiasi essa sia, bianca, rossa o nera, certo è il frutto più stagionale che ci accompagnerà per tutto l’autunno, e a km zero se prodotta in Calabria. I 330 ettari e 53.440 quintali (fonte Istat) di uva da tavola si concentrano a Rocca imperiale e ai confini della piana di Metaponto. Da comprendere anche piccole superfici di Zibibbo coltivate nell’area tirrenica di Pizzo, Angitola e Briatico. Tra le più apprezzate la varietà Italia detiene il primato del consumo per le pregevoli caratteristiche organolettiche: è succosa, con acini grossi dalla buccia giallo-verde, spessa e croccante, polpa soda e carnosa, profumata e dolce soprattutto da essere così gradita da grandi e piccoli. Tra le rosse straniere la californiana Red Globe dagli acini grandi di colore rosa bluastro, con una maturazione più tardiva che ci accompagnerà fino a dicembre, gradevolmente consumata per pochissimi semi che contiene. E ancora la Cardinal dal colore blu-violaceo, la nera Moscato d’Amburgo e l’elenco potrebbe continuare con le varietà locali e minori, Olivetta vibonese, Corniola e non da ultimo lo Zibibbo. Lo Zibibbo, noto anche come Moscato d’Alessandria, è ottimo per profumo e specialmente per dolcezza, ma oggi “sacrificato” per la produzione del vino perché risponde molto bene alla vinificazione come vino da tavola secco o passito.
Frutta di stagione, dal valore nutrizionale importante per la ricchezza di fibre, vitamine, sali minerali (un concentrato di ferro le rosse), polifenoli, antiossidanti, resveratrolo nelle uve nere, dall’alta digeribilità e potere diuretico che aiuta a tenere sotto controllo colesterolo e malattie cardiovascolari. Attenzione e cautela agli zuccheri, elevato è l’indice glicemico e il potere calorico per via dei carboidrati semplici, perché è pur vero che un chicco tira l’altro.
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