ROMA «Il Servizio sanitario nazionale pubblico e gratuito è una ricchezza che si deve difendere dai continui attacchi di chi lo sta smembrando e impoverendo, sotto i colpi di proposte irrealizzabili, di tagli di risorse ed esternalizzazioni. Ma anche da chi utilizza delle vere e proprie ‘caccia alle streghe’ per mettere in cattiva luce i medici di famiglia, diffondendo informazioni parziali, se non addirittura false sui loro compensi». Questa la denuncia e la protesta di Francesco Esposito, Segretario nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, e di Nicola Paoli, coordinatore nazionale area convenzionata Cisl Medici, dopo la lettura del documento presentato dalle Regioni per la riforma dei servizi sanitari, ma anche dopo il recente articolo sui redditi dei professionisti che operano sul territorio del settimanale “Panorama”. «È sempre la stessa storia che si ripete da anni – spiegano Paoli ed Esposito – i giornali (alcuni, per fortuna non tutti) dimenticano spesso di scrivere che i compensi dei medici di famiglia, non solo sono lordi ma comprendono altre spese fisse: l’ambulatorio che è privato (eventuale affitto o mutuo) e quindi le utenze della struttura (luce, acqua, internet, telefonia), la manutenzione e la pulizia, tutti i costi per la sicurezza sanitaria (anche per i rifiuti speciali), quelli del personale (segretaria e ed eventuale infermiere), le attrezzature e l’aggiornamento. Ma alla lunga lista mancano anche ulteriori voci: le ferie, le malattie, la gravidanza sono a carico del professionista. Si calcola che oltre il 40% deve essere sottratto dal lordo, e tutto ciò senza considerare appunto tasse e oneri previdenziali. Il giornale, in questo caso Panorama, quindi sbaglia anche la quota capitaria, che non raggiunge mai i 75 euro per paziente. Ma non basta, si avventura anche in un improbabile confronto con gli ospedalieri. Lo vogliamo dire chiaramente, tutti i medici, ospedalieri o del territorio, devono essere valorizzati, non devono essere oggetto di una informazione così imprecisa, perché così si danneggia non solo tutta la sanità pubblica ma anche la fiducia dei cittadini nel Ssn». I due dirigenti sindacali, quindi facendo riferimento al recente documento delle Regioni sui servizi sanitari territoriali, invitano ancora una volta «a trattative serrate con la Sisac, al fine di chiudere con urgenza un primo accordo per mettere in sicurezza il settore, per poi avviare un processo più complessivo e riformatore sul Pnrr, quindi nel contempo annunciano che nei prossimi giorni invieranno a Governo e Regioni un documento di proposte basato su alcuni principi: 1) difesa della sanità pubblica nazionale e universale (basta tentativi di privatizzazioni), 2) l’urgenza di una riforma, che anche considerando le nuove case di comunità (con un bacino di utenza da ridefinire e con un personale medico, infermieristico e amministrativo adeguato) favorisca l’integrazione con il sistema vigente, cioè che si basi sulla valorizzazione dei medici, del rapporto fiduciario con il paziente e la capillarità degli ambulatori, che preveda il potenziamento delle forme associative (Uccp…) e la messa in rete con le altre figure presenti sul territorio, specialistica ambulatoriale, continuità assistenziale ed emergenza-urgenza (in questo settore sì, favorendo il passaggio a dipendenza), 3) uscire dal falso dibattito sulla dipendenza dei medici di famiglia, la strada per il futuro è il contratto unico dei medici del SSN, passando intanto per l’accesso unico, il ruolo unico, il tempo pieno nella medicina generale; e guardando al modello a quota oraria che regola già ora la specialistica Ambulatoriale. Prevedendo finalmente tutele e diritti per tutte e tutti i medici del territorio (ferie, maternità, malattia…)». Con questa filosofia di fondo che mette al centro il paziente e il Ssn, i dirigenti di Cisl Medici e Fismu, infine, raccolgono «con grande soddisfazione il fondamentale appello lanciato oggi da Papa Francesco perché “ci sia sempre un sistema sanitario gratuito”. Come non essere d’accordo quando ricorda all’Italia “a non perderlo”. La sanità pubblica come dice il Papa, “aiuta a superare le disuguaglianze”. È – concludono – senza dubbio quindi uno strumento di democrazia, eppure da 30 anni in Italia sembra che tutti siano impegnati ad andare nella direzione opposta. Il Pnrr deve essere utilizzato per cambiare rotta. Il Governo e le Regioni dovrebbero cogliere queste autorevoli parole del pontefice, e, fatte le debite proporzioni, anche ascoltare davvero le proposte dei medici».
x
x