VERONA Caso Luca Morisi, a quanto apprende l’Adnkronos uno dei due romeni fermati per un controllo il mese scorso sarebbe indagato per cessione di stupefacenti, nell’ambito del caso dell’ex responsabile dei social del Carroccio, già sotto indagine della Procura di Verona.
«Risulta indagata anche un’altra persona di nazionalità rumena, che era in compagnia di un connazionale al momento sconosciuto» chiarisce l’avvocato Fabio Pinelli, difensore di Luca Morisi aggiungendo che «nel corso della perquisizione a casa» del suo assistito «non è stato sequestrato materiale informatico: né smartphone né Pci.
La sera del 14 agosto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, furono fermati due rumeni che erano stati ospiti di Morisi in provincia di Verona. A quell’incontro, secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, poi partecipò anche un’altra persona di cui ancora non si conosce l’identità. Un incontro che sarebbe stato a pagamento. Proprio al termine del “festino” a casa Morisi i due sarebbero stati fermati dai carabinieri che avrebbero scoperto un flacone contenete Ghb, la cosiddetta «droga dello stupro», nello zaino di uno delle due persone. Sarebbero stati proprio loro a offrire, sempre secondo quanto riportato dal Corriere, la versione agli inquirenti secondo la quale la droga sarebbe stata donata da Morosini per cui ora l’ex guru della Lega e del suo leader Matteo Salvini risulta indagato.
Una tesi però fortemente contrastata dall’avvocato di Morisi, Fabio Pinelli. Secondo la versione del legale la vicenda si restringerebbe solo al ritrovamento di quasi due grammi di cocaina nell’abitazione del legale. Una circostanza che non comporterebbe conseguenze penali, ma sollo un illecito amministrativo.
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