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Condanna a Lucano, “esultano” Salvini e Gasparri

Il leader della Lega: «Sinistra candida condannati a 13 anni». La replica di Malpezzi (Pd): «Ha perso il senso del pudore»

Pubblicato il: 30/09/2021 – 13:58
Condanna a Lucano, “esultano” Salvini e Gasparri

ROMA Mentre da sinistra si considera sproporzionata la condanna a 13 anni e 2 mesi disposta dal Tribunale di Locri per l’ex sindaco di Riace Domenico Lucano, la destra plaude alla pronuncia. Il primo a reagire è al solito Matteo Salvini, leader della Lega. «Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere!», dice Salvini commentando la condanna a Mimmo Lucano (e distogliendo per un po’ l’attenzione dal caso Morisi). A Salvini risponde su twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi: «Le sue parole di Salvini su Mimmo Lucano sono quelle di un uomo che ha perso il senso della misura e del pudore. Comprendo le difficoltà di questo momento, ma nulla può giustificare frasi così violente e di cattivo gusto. La politica non può scendere tanto in basso. #Riace».

Gasparri: «Cacciare dalla Rai chi ha realizzato la fiction su Lucano»

«Ovviamente vale per Lucano quello che vale per qualsiasi cittadino e quindi soltanto un giudizio definitivo stabilirà se colpevole o innocente», è invece l’incipit garantista di Maurizio Gasparri. «Nel leggere della sua condanna a 13 anni però ritengo che si dovrebbero cacciare tutti quelli che in Rai hanno realizzato una fiction su di lui prima ancora di conoscere l’epilogo delle vicende giudiziarie – continua il senatore, componente della Commissione di vigilanza Rai –. È una vergogna che la Rai abbia sprecato dei soldi per fare una fiction intempestiva. Meglio farle su Churchill, su Garibaldi o su personaggi la cui vicenda storica è comunque conclusa. Quando ci sarà l’audizione in Vigilanza chiederò conto e ragione agli attuali vertici della Rai di quelle spese fatte da altri dirigenti in altre fasi per sapere chi c’è ancora in Rai e a che ora sarà cacciato per quella scelta dissennata e vergognosa».

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