COSENZA «Mettiamoci a scavare e andiamo alla ricerca della nostra civiltà”. E’ appassionato e trascinante l’intervento di Alfredo Iorio che ha presentato alla città il progetto di un’Agenzia europea dei Beni Archeologici. “A noi calabresi l’Italia ha dato poco, forse l’Europa potrà darci di più». Iorio – presidente del Comitato promotore e primo firmatario della petizione – ha un sogno: «Fare di Cosenza l’Atene della Calabria. L’Europa se vuole aiutarci deve riconoscere che al Sud è nata una civiltà incredibile». La battaglia è culturale, ma occorre portarla all’interno delle istituzioni. «La politica finora ha fatto poco per questa terra e spesso è rimasta in silenzio». Quindi la denuncia: «Non immaginate quanto denaro riesca a guadagnare la criminalità organizzata grazie ai beni archeologici, senza che nessuno dica niente». Nasce (anche) da questa constatazione la volontà di impegnarsi in prima persona.
Candidato al Consiglio regionale nelle file di Coraggio Italia (il movimento fondato dal sindaco di Venezia, che riunisce amministratori al servizio dei propri territori) Alfredo Iorio immagina per la Calabria un nuovo Rinascimento che parta dai Beni archeologici e promuova lo sviluppo economico: «Invece di lavorare nei call center –ha proposto – i nostri giovani facciano dei corsi per diventare guide archeologiche e raccontare la storia dei nostri antenati». Una visione politica che rompe i vecchi schemi quella andata in scena ieri a Cosenza in occasione dell’avvio della petizione popolare. Secondo firmatario (la prima firma è stata quella del presidente del Comitato promotore, Iorio) Vincenzo Sofo, eurodeputato ed esponente di Fratelli d’Italia. «Si tratta di una iniziativa trasversale – ha dichiarato il parlamentare europeo – ci sono contenuti che dobbiamo portare avanti come coalizione di centrodestra. Da Bruxelles dobbiamo pretendere una testimonianza di presenza anche nel Sud Italia, non soltanto nel Nord». Poi il riferimento alla legalità: «La maggior parte del traffico illecito di reperti archeologici che vengono rivenduti in Europa e nel mondo – ha evidenziato l’eurodeputato Sofo – provengono dalla Calabria». Una chimera quella di ospitare a Cosenza l’Agenzia europea dei Beni archeologici? «Assolutamente no – si è detto convinto Vincenzo Sofo – al contrario, si tratta di un’idea abbastanza concreta, specie in un momento come questo in cui tutti, retoricamente, parlano di più Europa e si discute della dislocazione di diverse sedi di nuove Agenzie europee. Dunque, per quale motivo – ha concluso l’europarlamentare di FdI – il Sud non deve avere questa reale testimonianza della presenza dell’Unione europea?». Ad apporre la terza firma alla petizione popolare è stato Gianluca Rospi, vicepresidente del gruppo di Coraggio Italia alla Camera dei deputati. Parlamentare eletto in Basilicata, Rospi ha così motivato la propria presenza alla mnifestazione cosentina: «È un’Agenzia che parte dalla Calabria, ma riguarda tutto il Sud Italia. Il Mezzogiorno deve unirsi, perché solo unito può risollevarsi». Gianluca Rospi ha parlato alla platea bruzia dell’esperienza della sua terra d’origine: «Matera è riuscita a essere capitale della cultura europea perché ha proposto un modello del Sud. Completiamo quel percorso creando l’Agenzia dei Beni archeologici a Cosenza. Per farlo, però, dobbiamo unire le forze, immaginando ad esempio una macro-regione che metta insieme Calabria, Campania, Puglia e Basilicata. Il mio impegno in Parlamento – ha garantito Rospi – non mancherà».
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