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Mottarone, tecnico segnalò problemi alla cabina. «Dissero tanto non cade»

Consegnato in Procura l’audio con le conversazioni degli indagati per la strage della funivia precipitata a maggio

Pubblicato il: 30/09/2021 – 7:22
Mottarone, tecnico segnalò problemi alla cabina. «Dissero tanto non cade»

VERBANIA La cabina 3 della funivia del Mottarone, precipitata lo scorso 14 maggio con 15 persone a bordo e al cui schianto sopravvisse solo il piccolo Eitan, già nel 2019 aveva problemi all’impianto frenante. Lo svela un ex dipendente che ascoltato dalla procura di Verbania lo scorso giugno ha consegnato delle registrazioni audio – conservate sul cellulare – che fanno riferimento al 27 maggio 2019. «Nelle registrazione – si legge a verbale – ci sono le discussioni con il vice capo servizio Silvio Rizzolo che mi diceva di aver già relazionato a Gabriele Tadini (capo servizio della funivia ai domiciliari) e Luigi Nerini (il gestore dell’impianto indagato). Nelle registrazioni si sente anche il Nerini intervenire nel suo ufficio ove ha minacciato di licenziarmi». La colpa, a dire dell’ex dipendente, è quello di aver riscontrato nel 2019 problemi alla cabina 3, «nello specifico sul quadro di bordo usciva pressione minima valvola di non ritorno» riscontrati anche «vari trafilamenti (perdite) di olio dalla centralina dei freni di emergenza». Proprio per ‘risolvere’ i problemi ai freni la mattina dell’incidente la cabina 3 viaggiava con i forchettoni inseriti, così facendo la cabina priva del freno di emergenza è precipitata quando si è rotta la fune trainante per cause in fase di accertamento.

Consegnata anche una foto della cabina 3, «con Tadini (Gabriele, il capo servizio dell’impianto della funivia, ndr) e forchettoni inseriti (anno 2019)» foto e video del giro di prova all’interno della cabina e «documentazione fotografica centralina impianto frenante (27 maggio 219)», impianto sotto la lente degli esperti. Stefano Carlo Gandini, assunto nel dicembre 2017 e a lavoro nell’impianto fino al 2019, aveva come “diretto superiore Gabriele Tadini», uno degli indagati. In particolare, l’uomo racconta come il 28 maggio 2017 insieme al capo servizio Gabriele Tadini (agli arresti domiciliari dopo l’incidente) abbiano effettuato il controllo della cabina 3. «Lo stesso – si legge nel verbale dell’ex dipendente – mi disse che andava tutto bene, di stare tranquillo ‘tanto la funivia non cade’, ed inoltre mi rassicurò sul fatto che avrebbe annotato tutto sul libro di vettura, creandolo ex novo, cosa che non è mai stata fatta». I libri di vettura «sono a mio modo obbligatori ma non sono stati mai creati. Analogamente anche nel registro di controllo nulla è stato annotato». Sulle ‘difformità’ riscontrate sulla cabina il giorno precedente l’ex dipendente fece una nota «da me sottoscritta e consegnata a Luigi Nerini (gestore dell’impianto, indagato) per il successivo inoltro anche all’ingegnere Perocchio (Enrico, indagato). Non so che fine abbia fatto tale documento, io non ne ho mai sentito parlare», racconta l’ex dipendente che nello stesso periodo aveva anche ricevuto una lettera di pre-licenziamento.

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