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Bonaccini: «Ogni voto non dato a Bruni premia i sovranisti»

Il presidente dell’Emilia Romagna in call con la candidata del centrosinistra: «Sanità di prossimità e stop al commissariamento»

Pubblicato il: 01/10/2021 – 18:04
di Roberto De Santo
Bonaccini: «Ogni voto non dato a Bruni premia i sovranisti»

CATANZARO Un confronto diretto su temi di strettissima attualità. Sono i tratti distintivi del faccia a faccia tra Amalia Bruni, candidata del centrosinistra alla carica di presidente e il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Un confronto che è andato in diretta streaming sulla pagina facebook della candidata governatrice della Calabria. Al centro del dibattito soprattutto il tema della sanità e delle aree interne.

Bruni: «Calabria penalizzata dal commissariamento»


In tema di sanità, introducendo il collegamento con il presidente Bonaccini, la ricercatrice calabrese ha fatto un breve excursus su quella che ha definito «la più drammatica fragilità della Calabria». Ha ricordato i passaggi che hanno poi portato al commissariamento che è avvenuto «quando al governo regionale c’erano le destre». «La decisione di entrare in commissariamento è stata una scelta particolarmente grave per la Calabria visti i risultati». A questo proposito la Bruni ha snocciolato qualche dato: «Abbiamo perso qualcosa come 5mila operatori della salute tra medici e paramedici, quindi mancano ora le risorse umane». Un problema della mancanza di personale che riguarda anche il settore amministrativo, fa presente la candidata del centrosinistra. Un aspetto quest’ultimo che, secondo la Bruni, «non permette alla Calabria neppure di poter mettere mano ai rilievi mossi di volta in volta dai tavoli ministeriali».
Una situazione paradossale, quest’ultima che la governatrice paragona a «un paziente in terapia intensiva con l’encefalogramma piatto a cui il “tavolo Adduce” dice alzati e cammina».
Un quadro dovuto, secondo la Bruni, agli anni di commissariamento del settore.  Per la candidata del centrosinistra, «è stato l’esempio di una metodologia non corretta di programmare il piano di rientro fatta sulla testa dei nostri conterranei. Noi paghiamo un prezzo altissimo in termini di tasse e disperazione. Abbiamo un cosiddetto “turismo sanitario” che porta via circa 350 milioni di euro l’anno alla sanità calabrese a cui si sommano i costi sostenuti dalle famiglie dei pazienti che vanno via». Dai calcoli riproposti dalla Bruni il costo complessivo ammonterebbe ad un miliardo l’anno. Per uscire da questa situazione la candidata ha sollevato il tema della cancellazione del debito sanitario calabrese. Questo perché, ha sostenuto Bruni «questa enorme zavorra non permetterà nessuno sviluppo reale da nessun punto di vista, della sanità calabrese».

Bonaccini: «Il commissariamento va ripensato»

«È evidente che quei commissariamenti non hanno funzionato perché la Calabria non si sarebbe trovata in queste condizioni. Perché al netto dei problemi locali, dal centro, qualcuno avrebbe risolto i problemi non dico in totale ma almeno in parziale sostituzione». Così Stefano Bonaccini ha risposto al tema sollevato dalla candidata presidente Bruni sui mali della sanità calabrese. «Un ripensamento sul tema dei commissariamenti – ha rimarcato ancora il governatore – va assolutamente fatto. Ma è giusto però chiamare alla responsabilità chi nei propri territori non sia in grado di garantire equilibrio e trasparenza, nel senso di comprendere come mai le risorse non vengano spese bene o se si sono fatti errori nella valutazione delle priorità».

«Con Lega e Meloni l’Italia non avrebbe ottenuto i 230 miliardi»


Bonaccini ha poi fatto un riferimento diretto alle risorse che stanno arrivando dall’Europa che potranno ritornare utili a risolvere anche il problema della sanità pubblica. Un risultato quello di aver ottenuto 230 miliardi della Commissione che, secondo il presidente della Regione Emilia Romagna, non si sarebbe raggiunto con partiti come «Lega e Fratelli d’Italia» che «facevano accordi con Orban» e quindi «con Paesi di Visegrad». «Queste – ha tenuto a precisare Bonaccini a proposito delle risorse Next generation Eu – sono una base, un fondamento straordinario per costruire il futuro dell’Italia dei prossimi anni. Sarà tutto da dimostrare, a partire da me, se saremmo in grado di spenderle bene. Ma per un amministratore pubblico avere risorse a disposizione rappresenta la base per provarci a fare bene».

«Occorre promuovere la sanità di prossimità»

E a questo proposito, ha ricordato il presidente, «il governo ha già deciso di destinare 20 miliardi per gli investimenti nella sanità pubblica». Bonaccini ha poi rimarcato il concetto di «investimenti nella sanità pubblica». Un breve accenno al ricordo di Jole Santelli quando il presidente ha tracciato la distinzione tra pubblico e privato nei servizi sanitari compiuto nel corso della sua ultima campagna elettorale in concomitanza appunto con l’elezione «della compianta Jole Santelli». «L’impresa quando è sana e seria – ha tenuto a precisare – ha un alto valore sociale, senza impresa non c’è lavoro. Ma il diritto all’istruzione e soprattutto alla salute devono essere garantiti in via prioritaria dal settore pubblico e dallo Stato. Un povero deve avere le stesse opportunità di un ricco di essere istruito o curato».
E sulle risorse del Pnrr destinate alla sanità, Bonaccini ha lanciato una proposta alla Bruni. «Occorre puntare su un sistema non “ospedalocentrico” – ha detto – ma su una rete territoriale vicina ai cittadini». Su questo tema Bonaccini ha ricordato che l’Emilia Romagna ha puntato da anni alla realizzazione di case della salute. «Le persone vogliono sempre meno andare in ospedale ma chiedono servizi sanitari vicini a casa loro». Ed a questo proposito il presidente dell’Emilia Romagna ha fatto un’analogia territoriale tra la sua regione e la Calabria. «Molti centri si trovano lontano dai capoluoghi e in montagna. Ed a volte si tratta di piccolissime realtà lontane anche dai centri più grandi. Ed abbiamo una popolazione composta prevalentemente da anziani». Per questo Bonaccini ha sottolineato l’importanza di realizzare «investimenti in strutture sanitarie vicine alle persone». Ha spiegato nel dettaglio come funziona una casa della Salute nella sua regione. E poi ha rilanciato la necessità di investire nell’assistenza domiciliare. «L’Italia cura circa il 4% a domicilio – ha spiegato – mentre la Svezia e la Germania ne curano il 9%. Abbiamo tante risorse ora per fare un grande salto di qualità». Gli ultimi due governi, ha sottolineato ancora Bonaccini, «hanno messo più soldi anche nel Fondo sanitario nazionale. L’esecutivo giallo-rosso un 1 miliardo in più e quello Draghi circa 4 miliardi». Da qui le opportunità intraviste dal governatore per imprimere quella svolta di cui parla.   

«Puntare sul turismo per rilanciare le aree interne»

L’altro tema che ha visto il confronto tra Bruni e Bonaccini ha riguardato l’orografia del territorio e in particolare modo il problema dei molti piccoli centri collocati in aree marginali a rischio spopolamento. Un argomento sul quale nuovamente la candidata del centrosinistra al governo della regione Calabria ha chiesto spunti al presidente Bonaccini.  «Siamo riusciti ad ottenere il terzo ed ora ci sarà anche il quarto finanziamento – ha risposto a questo proposito il governatore dell’Emilia Romagna – per sostenere lo sviluppo delle aree interne con alcune decine di milioni di euro. Si tratta di sostenere progetti che vanno dalla digitalizzazione al turismo». Su quest’ultimo punto Bonaccini ha ricordato che è «il genere di turismo che sta crescendo in tutta Europa». Ha rilanciato proprio il tema del turismo come mezzo di sviluppo del territorio.

«Mi sono battuto per far ottenere risorse aggiuntive per il Sud, occorre ora spenderle bene»

Bonaccini ha ricordato che «ci sono 47 miliardi del Por che si aggiungono ai fondi del Pnrr». Su questo aspetto l’ex presidente della Conferenza delle regioni ha rivendicato un risultato: «Mi sono battuto affinché il Sud abbia ottenuto risorse aggiuntive anche dal Pnrr». Questo perché ha detto Bonaccini, «l’esempio viene dalla Germania, fino a quando non è decollata la Germania dell’Est, il Paese non è cresciuto». «L’Italia non potrà esprimere tutto il suo potenziale fino a quando ci saranno territori non a due, ma a volte a quattro o cinque velocità diverse». Secondo Bonaccini, «però l’importante che le risorse assegnate alle Regioni vengano spese bene». Da qui l’invito rivolto alla Bruni: «Sarà decisivo che l’impegno tuo e della tua squadra dovrà andare in quella direzione». Fondi che potranno essere utilizzati proprio per realizzare politiche delle montagne. Poi ha ricordato alcune iniziative avviate. «Alle imprese che hanno investito nelle aree interne della montagna negli ultimi tre anni abbiamo restituito parte dell’Irap».  Altra iniziativa avviata: «A chi va scuola con i mezzi pubblici fino ai 14 anni l’abbonamento lo paga la Regione che si innalza a 19 anni per tutti gli studenti delle famiglie con Isee basse». Ed ancora: «Abbiamo varato una legge regionale – ha detto Bonaccini – che prevede, per le giovani coppie che acquistano o ristrutturano casa nelle aree interne, 30mila euro a fondo perduto». E sempre in tema di contrasto allo spopolamento il presidente dell’Emilia Romagna ha ricordato di aver chiesto al ministro Mariastella Gelmini di «creare un fondo specifico». Il covid ci lascia un segnale: la gente cercherà distanziamento, spazi. Ecco questa misura va in quella direzione. Infine il suggerimento di utilizzare le risorse anche per potenziare o creare «fibra ottica e banda larga per chi vive in queste aree divengono fondamentali».

«Chi non vota Bruni avvantaggia le destre sovraniste»

Concludendo il collegamento infine Bonaccini è andato su un tema più politico «Mi spiace per questa frammentazione del centrosinistra che è avvenuta in Calabria». «Non mi sento di giudicare nessuno – ha rimarcato – ma certo che questa scelta avvantaggia le destre».
Da qui l’invito del presidente dell’Emilia Romagna «agli elettori che si sentono di sinistra, ma certamente quelli che non si sentono sovranisti a sostenere Amalia Bruni». «Ogni voto che non andrà a te – ha concluso – favorirà le destre. È una certezza matematica, visto che non è previsto il ballottaggio». (r.desanto@corrierecal.it)

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