COSENZA Dopo aver riempito piazza XI Settembre in occasione della sua precedente visita nella città bruzia a sostegno della candidata a sindaco Bianca Rende, il leader del MM5s Giuseppe Conte torna a Cosenza per incontrare i candidati della lista pentastellata. Dopo una riunione, l’ex premier decide di stravolgere la scaletta per godersi una passeggiata su Corso Mazzini. Tra lo stupore generale, Conte si ferma a chiacchierare e si concede per gli immancabili selfie.
«Auguro a Lucano di poter far valere le sue ragioni nei successivi gradi di giudizio. Grazie a Dio abbiamo un sistema giudiziario assolutamente democratico che offre tutte le garanzie, ma evitiamo di fare i processi mediatici o di colpevolizzazione o anche di assoluzione senza conoscere le carte». Lo ha detto a Cosenza Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle.
«Aspettiamo di leggere le motivazioni – ha aggiunto Conte – anche perché mi pare di capire che Lucano sia stato condannato per una decina di capi di imputazione, più che altro delitti contro la pubblica amministrazione. La condanna appare molto pesante, ma si tratta di un cumulo di pene. Tra l’altro, non mi sembra sia in discussione un modello di gestione dell’immigrazione perché il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stato escluso dai capi di imputazione, mentre si tratta di comportamenti concreti per quanto riguarda la gestione di risorse pubbliche. Dunque, invito a non strumentalizzare politicamente le posizioni contro o a favore della sentenza. I processi si fanno nelle aule di giustizia. Fare partire un processo mediatico senza conoscere le carte, senza neppure capire quali sono i capi di imputazione, senza conoscere il sistema di giustizia penale, è sbagliato e lo dico nonostante anche a me Mimmo Lucano susciti tanta simpatia. E’ sbagliato screditare il sistema giudiziario senza cognizione di causa in materia giuridica e penale perché oggi si fa per ragioni che possono apparire nobili, mentre domani si potrà fare per altre ragioni che poi verranno invocate anch’esse come nobili. Attenzione, dunque».
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