LAMEZIA TERME «Votate per tutti tranne per quelli che sono venuti a casa vostra e hanno detto che sistemeranno i vostri figli». L’intervento del procuratore Nicola Gratteri nel corso dell’assemblea generale della Cgil sul tema “Il lavoro parte civile”, è stato contenuto viste le elezioni regionali alle porte. Ma il procuratore di Catanzaro non ha potuto esimersi dal lanciare un messaggio che più volte ha ribadito: non cedere alle clientele pur di risolvere il problema lavoro nelle famiglie calabresi. «Ai ragazzi dico: studiate – ha detto il magistrato – perché ci si prepara a un concorso fin dalle scuole elementari e non solo dalla pubblicazione del bando. Non vi limitate alla sufficienza perché con a sufficienza non si va da nessuna parte. Sei i genitori vi chiudono in una campana di vetro siete rovinati. Io sono un figlio di nessuno però ora sono qui che parlo con Landini».
Il procuratore ha voluto ringraziare Landini e la Cgil «per l’idea di questo incontro. Per la magistratura calabrese, per la Procura di Catanzaro, è un’attenzione e un riconoscimento. Il tema è importante e più che mai attuale: c’è ora una leggera ripresa economica, quindi c’è bisogno di manodopera, bisogna stare attenti a non soffocare le imprese ma le imprese a loro volta non devono soffocare gli operai. Perciò c’è bisogno di maggiore rispetto per i lavoratori e cercare di trovare un punto di incontro tra quella che è una ripresa, dove molte aziende sono alla canna del gas, e l’esigenza di dare dignità ai lavoratori”.
Per quanto riguarda l’inasprimento delle pene che il governo Draghi vorrebbe dare ai reati sulla sicurezza sul lavoro, come l’omicidio colposo, il procuratore ha specificato che per i reati senza detenuti bisogna tornare a un discorso a monte ossia la riforma Cartabie e l’istituto dell’improcedibilità quando i processi approderanno in secondo grado. «Semmai sarebbe importante avere maggiori ispettori sul lavoro ai fini della sicurezza, investire sulla prevenzione», ha detto Gratteri. Inasprire o meno le pene cambia poco se c’è la tagliola dell’improcedibilità – ha spiegato il magistrato – che in appello stronca i processi se non si arriva a sentenza entro due anni, un traguardo non facilmente raggiungibile per processi come l’omicidio colposo che sono senza detenuti e «passano in coda». «L’inasprimento delle pene – ha detto Gratteri – non è un deterrente per chi controlla appalti e subappalti, prestazioni d’opera, gestendo decine o centinaia di operai». «Costoro – ha detto il magistrato – non si preoccupano di una condanna che gli resterà sulla carta» e ha farne le spese saranno le famiglie delle vittime, degli operai morti sul lavoro. Su questa riforma il procuratore non ha lesinato critiche neanche ai sindacati che non hanno fiatato sull’argomento. «Gli unici oppositori sono stati i deputati di Fratelli d’Italia», ha specificato Gratteri che non ha concesso sconti e stoccate a nessuno, nemmeno al governo sostenuto dal deputato del Pd Antonio Viscomi, che era presente all’assemblea di questa mattina in prima fila. «Questo governo non sta aiutando la lotta alla mafia», ha detto senza mezzi termini Nicola Gratteri.
Infine nessuna valutazione ha voluto esprime il procuratore Gratteri riguardo alla condanna a 13 anni e 2 mesi inflitta ieri dal Tribunale di Locri a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. È un caso, quello di Lucano, che non riguarda il suo ufficio e del quale non ha letto il capo di imputazione.
«La magistratura oggi è ai minimi storici ma qui – ha detto Gratteri – il trend sta cambiando. Questa estate ho girato molto in Calabria. C’è sempre stata tanta gente, anche nei paesini più sperduti. Io ricevo il pubblico ogni settimana. In questo momento ci sono circa 300 persone che chiedono di parlare con me. Perché i calabresi non sono omertosi, non sanno con chi parlare. Con chi viene da me non parliamo solo di mafia ma anche di vessazioni all’interno di uffici pubblici, di mafiosetti di serie c che schiacciano piccoli contadini. Io sono fiducioso nel futuro della Calabria. Se studiate la Calabria di 20 anni fa era solo assistenzialismo. Oggi siamo la terza regione come agricoltura biologica. Ci sono imprese innovative. Possiamo ancora migliorare. Si sta morendo più sul lavoro che con il covid. Io da calabrese voglio le stesse infrastrutture che ci sono in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Poi alla ‘ndranghta ci pensiamo noi, la mafia non sia la scusa per non creare infrastrutture». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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