LAMEZIA TERME «Come Cgil siamo rimasti increduli da questa sentenza». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a Lamezia Terme, a margine di un’iniziativa sui temi della legalità e del lavoro organizzata dal sindacato regionale, con riferimento alla sentenza di condanna dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. «Naturalmente – ha proseguito Landini – le sentenze le dovremo leggere e capire, ma credo che il lavoro che il sindaco Lucano ha fatto in questi anni sul terreno dell’accoglienza e del rilancio del territorio è un elemento di valore che rimane tutto. A nome della Cgil – ha aggiunto – voglio esprimere la solidarietà e la vicinanza a Lucano, e credo che il tema che ci si pone è quello di affrontare anche leggi sbagliate che nel nostro Paese ancora abbiamo, a partire dalla Bossi-Fini. Credo – ha poi sostenuto il segretario della Cgil – che sia un tema che sarebbe utile che tutti discutessero. Poi ovviamente rispettiamo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ma credo che sia importante avere presente che l’accoglienza e l’integrazione delle persone resta un obiettivo strategico per dare un futuro serio non solo all’Italia ma anche all’Europa, Leggeremo la sentenza e la valuteremo, sicuramente potranno esserci anche errori che potrebbe aver commesso il sindaco e lui stesso in passato riconosceva che c’erano anche problemi di rispetto di norme, ma vorrei ricordare, e insisto, che quando si parla di Bossi-Fini penso che siamo difronte a norme sbagliate che vanno cambiate e credo che dovrebbe essere quella la discussione da affrontare. Sicuramente una sentenza di questa natura verso una persona onesta, che si e’ sempre battuta per salvaguardare gli ultimi e contrastare la ‘ndrangheta e’ una contraddizione e uno schock in tutto il Paese».
«Poi – ha concluso Landini – massimo rispetto per la magistratura, ma credo che la nostra intelligenza vada utilizzata e credo che sia sicuramente una sproporzione che lascia increduli e dovrebbe far riflettere tutti per affermare la fiducia».
«L’iniziativa di oggi – ha detto il segretario della Cgil – vuole affermare la centralità del lavoro e del diritto al lavoro. La Cgil ha sempre messo al centro questo, e la vera lotta contro la mafia, la ‘ndrangheta, la malavita organizzata parte proprio dal fatto di garantire il diritto al lavoro delle persone come elemento di autonomia, libertà e anche di costruzione di un pensiero libero che non sia condizionato da altre cose. È chiaro che la Cgil è al fianco di chi si batte per la legalità in questo paese contro la malavita organizzata». «Del resto – ha aggiunto – credo che i nostri comportamenti siano molto chiari, compresa la scelta che abbiamo fatto di partecipare ed essere soggetti attivi anche dentro i processi, e ci è stato riconosciuto. Vorrei ricordare che far applicare la nostra Costituzione e dire che il lavoro è il fondamento della nostra democrazia significa che garantire questo diritto sia certo, e questa è la condizione per combattere la malavita organizzata. In più, siccome siamo di fronte al fatto che nei prossimi sei anni la quantità di investimenti che il nostro Paese ha a disposizione non ha precedenti nella nostra storia, è evidente che dobbiamo assolutamente alzare tutte le barriere possibili affinché siano respinte infiltrazioni e qualsiasi tentativo della malavita organizzata di accaparrare una parte di queste risorse, che mi sembra un problema aperto. Lo dice uno che è nato a Reggio Emilia e vorrei ricordare a tutti che il più grande grande processo contro la ‘ndrangheta non l’hanno fatto a Reggio Calabria ma l’hanno fatto a Reggio Emilia. Questo significa che questo non è un problema locale o territoriale, è una grande questione nazionale e, se vogliamo, anche europea, di qualità della nostra democrazia».
«Da una parte il reddito di cittadinanza va confermato e migliorato, dall’altra c’e’ bisogno di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e anche dei Centri per l’impiego». Landini ha affrontato il tema a margine dell’incontro. «La nostra posizione – ha sostenuto Landini – è molto precisa. Noi pensiamo che la povertà c’è, anzi è aumentata con questa pandemia e che quindi uno strumento che sia in grado di contrastare e combattere la povertà serve, e credo che qualsiasi paese civile e democratico ce l’ha. In questo senso bisogna sicuramente migliorare quello strumento, quindi – ha aggiunto – si tratta di andare a fare un’analisi dettagliata su come è stato utilizzato, a chi è andato e in che forma è fatto, anche perché in molti casi, se andiamo a vedere le ragioni della povertà, non è solo una questione di reddito, in alcuni casi è anche una questione di servizi. Quindi c’è anche un problema del ruolo che in questa direzione possono giocare le amministrazioni e i servizi sul territorio. Dall’altra parte – ha rilevato il segretario della Cgil – ciò che non ha funzionato è quello strano connubio, che fin dall’inizio abbiamo criticato, per cui si era collegato il reddito di cittadinanza alle politiche attive del lavoro. Sono due cose diverse tra loro, e quindi pensiamo che da un lato va confermato e migliorato il reddito di cittadinanza non certo va cancellato, dall’altra parte c’è bisogno di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e anche dei Centri per l’impiego per fare in modo che anche il nostro Paese sia un paese che – ha concluso Landini – incominci ad avere un sistema di collocamento e di rapporto tra lavoro e persone che sia particolarmente importante».
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