RENDE «L’ultimo Consiglio Comunale ha fatto emergere almeno tre aspetti di natura politica. In primo luogo, è emerso che il Comune di Rende è proprietario di un immenso patrimonio immobiliare, ricco di ben 120 edifici e di 1170 appezzamenti di terreno (un milione e sessantacinque mila metri quadri circa), patrimonio costituito negli anni dalle amministrazioni socialiste. Quanto sopra ha fatto giustizia delle bugie propinate ai rendesi dall’attuale maggioranza che ha presentato il comune come un ente disastrato; comune che, invece, a fronte di mutui contratti per investimenti (il cosiddetto “debito buono” come lo definisce Draghi), è titolare di un invidiabile patrimonio immobiliare a servizio della collettività rendese. In secondo luogo, si è avuta conferma della gestione antidemocratica del Consiglio Comunale. Ed, infatti, il presidente Morrone continua ad inserire all’o.d.g. “comunicazioni del sindaco”, senza autorizzare il dovuto dibattito, per consentire a Manna di dare informative parziali. Dopodiché Manna osserva un’assordante silenzio per il resto della seduta, allorché si discutono le pratiche che interessano i cittadini. Il sindaco, nel suo monologo, ha dichiarato che Rende è candidata al concorso per individuare le città europee dello sport, senza precisare che sono stati pagati 5000 euro per vedere accettata la candidatura ad una competizione gestita da un soggetto privato, che a quanto risulta non è munito di alcun riconoscimento pubblico e le cui determinazioni non si capisce quale valore potranno avere. Peraltro, va ricordato che tutte le attrezzature sportive che Rende possiede sono state realizzare dai socialisti».
«Inoltre, il sindaco ha comunicato che si stanno eseguendo su alcune scuole, a suo tempo costruite dai riformisti, lavori di adeguamento antisismico finanziati dallo stato, senza dire una parola sui disagi a cui sono sottoposti insegnanti, studenti e famiglie, per la incapacità del governo cittadino di eseguire le opere durante la pausa estiva e di programmare, per tempo, il reperimento di locali per ospitare le classi interessate dai lavori, che nessuno sa quando finiranno per far tornare alla normalità in mondo scolastico rendese».
«In terzo luogo, si continua nella politica di dismissione dei beni comunali senza preoccuparsi di stabilirne il giusto valore e senza alcuna visione per destinare i beni ad un progetto di sviluppo. Ed, infatti, si è venduta l’area su cui insiste il CUD, estesa 10.000 mq., all’Unical, senza tener conto dell’edificio e ad un prezzo di poco superiore a 1.600.000 euro, mentre, nello stesso comparto, dalla vendita di soli 3.800 mq. il Comune aveva ricavato ben 1.731.000 €. Un bel regalo all’Unical, che, però, ha generosamente (sic!) preteso un compenso per mettere a disposizione alcuni locali per ospitare delle classi di istituti scolastici di Rende».
«Infine, l’attuale giunta intende disperdere il patrimonio di edifici pubblici, ubicati nel centro storico, acquistati per realizzare il progetto del cosiddetto “paese albergo”, che la maggioranza si ostina a non voler vendere unitariamente, nel loro complesso. Tutto ciò, nonostante i nostri rappresentanti in consiglio comunale avessero presentato un emendamento al riguardo, che Manna e i suoi hanno respinto, dimostrando ancora una volta un deficit di visione, rispetto ad una proposta finalizzata a vivacizzare l’antico borgo attirandovi turisti ed attività. Intanto tutto continua a tacere. Il popolo è ignaro? È contento? Si farà sentire? Nelle more, i poteri forti gongolano e comandano nella nostra città».
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