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Bombardieri: «Preoccupa la disponibilità di armi micidiali in mano alla cosca»

I fermati erano in possesso di bazooka e preparavano attentati «nei confronti dei responsabili delle proprie disgrazie giudiziarie». Il capo della Dda di Reggio: «Protezione pentiti non spetta alle…

Pubblicato il: 04/10/2021 – 14:38
Bombardieri: «Preoccupa la disponibilità di armi micidiali in mano alla cosca»

REGGIO CALABRIA «Nel contesto criminale in cui è maturato l’omicidio Bruzzese, gli elementi acquisiti ci hanno enormemente preoccupato per la disponibilità di armi anche micidiali in capo ai fermati. Armi come bazooka, ma anche l’incessante attività dei soggetti per reperire ordigni esplosivi nella previsione di utilizzarle contro autovetture
blindate». Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli del fermo di Vincenzo Larosa e Michelangelo Tripodi, ritenuti vicini alla cosca Crea. Tripodi è stato fermato anche dalla Procura di Ancona per l’omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del pentito Girolamo Bruzzese.
In particolare, il procuratore ha parlato di «attuali progetti omicidiari».
«Abbiamo elementi – ha detto – sulla volontà di perseguire attentati nei confronti di chi si era reso responsabile delle disgrazie giudiziarie degli esponenti della cosca Crea. Questo ci ha indotto a intervenire. Non si tratta di un’intercettazione in particolare, ma di tutta una serie di elementi che sono stati acquisiti e che fanno riferimento ai due soggetti della cosca Crea che progettavano concretamente almeno due attentati. Vi era una conversazione in cui uno dei fermati, facendo riferimento a una sentenza della Corte d’Appello, diceva che ci voleva un’Ak47, un kalashnikov e sparare “a go go”. Ci sono riferimenti, infatti, a un’autovettura blindata che sarebbe dovuta esplodere ma pure ad ulteriori attentati programmati in altri distretti, come a Brescia. Non abbiamo elementi su chi doveva essere la vittima di questi attentati».
«Ciò ci ha spinto a intervenire sussistendo un pericolo concreto di fuga – ha detto Bombardieri – legato ad alcune conversazioni in cui gli stessi fermati affermavano di avere sia la disponibilità di documenti falsi sia la possibilità di espatriare in Belgio e in Olanda».

Paci: «Provvedimenti inseriti nella storia criminale della cosca Crea»


Secondo Gaetano Paci, i fermi «sono provvedimenti che si inseriscono in una storia criminale in cui la cosca Crea, a differenza di altre cosche della provincia, si caratterizza per l’estrema ferocia e determinazione nel voler perseguire, anche a distanza di molti anni, propositi di vendetta. L’inchiesta mette in evidenza un dato straordinariamente rilevante: nonostante la perdurante detenzione dell’anziano patriarca Teodoro “Toro” Crea e dei figli, entrambi sottoposti al 41-bis, abbiamo sul territorio una serie di gruppi criminali che sanno muoversi sullo scenario nazionale. I soggetti fermati, infatti, manifestano una devozione e asservimento e una volontà di perseguire i loro propositi criminali senza alcun tipo di esitazione».
In merito all’omicidio Bruzzese, ucciso nella località protetta, Bombardieri ha sostenuto: «Non spetta a me esprimermi in merito alla sicurezza dei collaboratori e sull’omicidio che si è verificato. È evidente che ci sono aspetti di tutela e di sicurezza che non competono all’autorità giudiziaria. Sicuramente l’esigenza di intervenire a tutela di tutti ci ha spinti a intervenire in questo momento, magari anticipando i tempi di un’indagine che poteva svilupparsi in maniera più ampia. Noi siamo qua proprio per garantire in tutti i modi possibili, e per come ci compete, la sicurezza di chi si espone con denunce contro la criminalità organizzata».

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