CATANZARO «Dopo un anno e mezzo dal primo stanziamento da parte del Governo delle risorse destinate al personale sanitario della Calabria per aver fronteggiato con impegno l’emergenza da Sars-Covid 19, così come per tutto il personale delle altre regioni e nonostante l’accordo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali il 6 luglio 2020, ad oggi nessun lavoratore ha percepito quanto destinato da Roma, secondo i criteri concordati dalle sigle sindacali». Lo dichiarano in una nota Alessandra Baldari segretaria generale Fp Cgil, Luciana Giordano Cisl Fp e Elio Bartoletti segretario generale Uil Fp che hanno consegnato un esposto alla Procura di Catanzaro sui Fondi Covid destinati dal Governo al personale sanitario impegnato nell’emergenza e mai distribuito dalla Regione Calabria. «I sindacati hanno più volte sollecitato la conclusione dell’iter amministrativo – continua la nota – hanno più volte manifestato la loro preoccupazione e il loro sdegno per il tempo trascorso ed i rimpalli di responsabilità tra le strutture di governo regionale del Sistema sanitario, Commissario e Dipartimento della Salute e quelle di governo aziendale delle Asp calabresi e delle Aziende Ospedaliere. La grave crisi pandemica ha disvelato con ampia chiarezza quanto siano stati e siano fondamentali l’impegno e l’abnegazione dei lavoratori del sistema sanitario che, seppur in condizioni di grave disagio, anche senza adeguate protezioni, nonostante la grave carenza di personale, hanno affrontato con coraggio e senza risparmiarsi la crisi sanitaria. Tutto ciò ha indotto il Governo, di concerto con la Conferenza delle Regioni, a stanziare risorse vincolate al fine di ristorare i sacrifici ed il rischio corso, ma i lavoratori calabresi, a differenza dei lavoratori delle altre regioni, non hanno percepito nulla in ragione del pressapochismo della burocrazia regionale e della errata imputazione delle somme nel Decreto di assegnazione delle risorse alle Aziende. L’avevamo detto – evidenziano le organizzazioni sindacali – non si possono usare i soldi stanziati dal Governo con un fine ben preciso, premiare i lavoratori con una indennità, per fare altro, ovvero compensare le spese straordinarie del personale impegnato a fronteggiare la pandemia. C’è una bella differenza tra ciò che contrattualmente è stabilito e un riconoscimento premiale di 16 milioni inghiottiti dai bilanci aziendali magari per contabilizzare un bel risparmio. Dopo aver rivendicato il rispetto dell’accordo e la distribuzione appropriata delle risorse, manifestando e proclamando anche lo stato di agitazione dei lavoratori, a fronte dell’ennesima promessa puntualmente mancata, la pazienza è finita e così come già ribadito nell’ultimo confronto regionale, come ogni volta che la politica non risponde e gli altri livelli di governance restano indifferenti ai bisogni dei lavoratori, snobbando i diritti di chi ai doveri ha adempiuto stringendo i denti nel momento emergenziale, non c’era altra scelta che ricorrere alla Procura della Repubblica di Catanzaro e consegnare un esposto nelle mani del Procuratore Nicola Gratteri. All’atto della consegna dell’esposto, i tre Segretari Baldari, Giordano e Bartoletti hanno comunicato al Procuratore la necessità di fare chiarezza non solo sulle risorse destinate ai lavoratori per l’indennità cosiddetta Covid, ma, come contenuto nel documento corredato da numerosi allegati, di avere contezza riguardo tutte le ingenti somme destinate alla Calabria per le assunzioni, il potenziamento della rete territoriale e della rete ospedaliera. Adesso – concludono i sindacati – bisogna attendere che sia fatta luce su come e perché in Calabria qualunque risorsa finanziaria destinata al Servizio Sanitario Regionale non viene finalizzata secondo quanto programmato e indicato dal Governo o, in molti casi, non sia proprio utilizzata».
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