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Cinquemila euro per assolvere Patitucci. Chiuse le indagini su Petrini e Manna

La Dda di Salerno accusa di corruzione in atti giudiziari, aggravata dal metodo mafioso, il giudice di Catanzaro e l’avvocato difensore del boss

Pubblicato il: 05/10/2021 – 14:02
di Alessia Truzzolillo
Cinquemila euro per assolvere Patitucci. Chiuse le indagini su Petrini e Manna

SALERNO Prosegue l’attività della Procura di Salerno sulla maxi-inchiesta “Genesi”, su presunti illeciti commessi all’interno degli uffici giudiziari di Catanzaro. La Dda campana ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari all’avvocato, e sindaco di Rende, Marcello Manna e al giudice, ora sospeso, della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. L’accusa per entrambi è quella di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca cosentina Lanzino-Patitucci. Secondo l’accusa, il 30 maggio 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini la somma di 5000 euro in contanti all’interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato «la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l’iter decisionale della Corte d’Assise d’Appello da lui presieduta» emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dell’imputato Francesco Patitucci, difeso da Manna, già condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 30 anni di reclusione per concorso nell’omicidio di Luca Bruni avvenuto a Castrolibero il 3 gennaio 2012. La sentenza d’appello che assolve Patitucci, emessa il 4 dicembre 2019 sarebbe, secondo l’accusa, «contaminata in radice dagli eventi corruttivi».
Stralciata, rispetto alla prospettazione accusatoria originaria, la posizione dell’avvocato Luigi Gullo che, stando alle indagini, avrebbe agito d’intesa con Manna. Le accuse nascono dalle indagini della Guardia di finanza di Crotone che aveva piazzato telecamere all’interno dell’ufficio di Petrini. Immagini alle quale hanno fatto seguito le dichiarazioni collaborative delle stesso giudice, il quale, a differenza di altre sue affermazioni, su questa vicenda non ha mai ritrattato.

Il favore di Manna a Petrini

Non solo. Petrini avrebbe a sua volta sollecitato Manna a intervenire in favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie di Petrini, presso Giuseppe Citrigno, presidente della Calabria Film Commission. Di mezzo c’era l’attribuzione di un contributo, stabilito dal bando di gennaio 2019, “per l’attrazione e il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali e internazionali nel territorio della Regione Calabria”. Il regista ha ottenuto un contributo di 175mila euro a seguito di stipula della convenzione avvenuta in data uno ottobre 2019.
Con la chiusura indagini, Marco Petrini, difeso dall’avvocato Francesco Calderaro del foro di Castrovillari, e Marcello Manna difeso dagli avvocati Paolo Carbone del foro di Salerno e Armando Veneto del foro di Catanzaro, hanno 20 giorni di tempo per produrre memorie difensive e chiedere di essere sentiti dal magistrati prima che la Procura di Salerno avanzi al gip eventuale richiesta di rinvio a giudizio. 

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