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La scomparsa della sinistra e la necessità di «ripartire dai “luoghi” della sofferenza sociale»

La vittoria del centrodestra impone un’analisi. I voti a Lucano sono il punto da cui ripartire. Lavorato: «Tornare sui territori, vicino agli ultimi»

Pubblicato il: 06/10/2021 – 6:59
di Francesco Donnici
La scomparsa della sinistra e la necessità di «ripartire dai “luoghi” della sofferenza sociale»

LAMEZIA TERME «Forse è dai tempi del Pci che non vediamo un segretario del Partito». La battuta fatta da don Pino De Masi, parroco di Polistena, al segretario del Pd Enrico Letta durante il suo viaggio elettorale nella provincia di Reggio Calabria a fine luglio, non solo descrive i tormenti di un partito commissariato da quasi tre anni, ma rende l’idea dello stato di salute della sinistra in Calabria.
Mentre le grandi città sanciscono la ribalta del centrosinistra, la vittoria del centrodestra a trazione Forza Italia, che si laurea primo partito col 17,31% dei consensi, conferma le tendenze di una regione conservatrice in maniera quasi “gattopardesca”, ma anche la scarsa presa elettorale delle forze di segno opposto.
L’analisi della disfatta, oltre da fattori esterni o interni, come il modus operandi di partiti e classe dirigente locale, non può prescindere da una riflessione interiore. A sinistra vige un principio tanto ricorrente da sembrare ormai un luogo comune: la dispersione dell’elettorato data dalla moltiplicazione-scissione delle forze in campoin tanti microscopici partiti comunisti che cambiano continuamente nome e forma”.

L’effetto Lucano

Non si tratta esclusivamente del dato legato alla presenza di tre candidati governatori (solo) astrattamente associabili alla fazione – sebbene de Magistris abbia più volte rimarcato che il suo polo civico avrebbe accolto, come poi è stato, tanto candidati ed elettori di sinistra quanto di destra e movimentisti – ma anche di quello, microscopico appunto, riferibile alle liste la cui ragion d’essere risiedeva nella grande stagione delle lotte (perlopiù visibile in bianco e nero).
Un esempio. Nella compagine a sostegno di de Magistris Calabria resistente e solidale ha conteso un elettorato pressoché simile a quello di Un’altra Calabria è possibile. Il dato comune alle liste è Mimmo Lucano, inizialmente designato come leader della prima e poi ufficializzato come capolista nella seconda. Dopo la condanna a 13 anni e 2 mesi pronunciata in primo grado dal tribunale di Locri, per effetto della “legge Severino”, l’accesso al consiglio regionale per l’ex sindaco di Riace sarebbe comunque stato precluso, ma viene da chiedersi se il valore dei numeri avuti in questa tornata elettorale sarebbe aumentato nell’ottica di una maggiore coesione. La sollevazione popolare prodotta dalla vicenda giudiziaria poteva tradursi in un “voto di protesta” che sommato al gradimento avuto di per sé da Lucano lo ha portato ad ottenere 9.783 voti divisi tra le tre circoscrizioni. Numero più alto in quella Nord con 4.400, che ne fanno il candidato consigliere più votato tra quelli schierati da de Magistris. La sua lista si è però arenata su una percentuale del 2,39%, sotto la soglia di sbarramento. L’altra compagine “rossa”, come testimoniano anche la falce e il martello illustrati nel simbolo, si è fermata invece all’1,20%. Dalla pratica al voto, l’esempio di Riace dice anche qualcosa in più.
Lo scorso primo ottobre, nella manifestazione di solidarietà all’ex sindaco, la piazza del borgo si è riempita con oltre 500 persone, ed altrettante piazze in tutta Italia hanno risposto alla chiamata. Testimonianza che uno dei simboli contemporanei della sinistra politica riscuote ancora successo. Ma più fuori che dentro ai confini del borgo (e della regione) dove il centrodestra risulta la coalizione più votata dal 57,21% dei 709 riacesi recatisi alle urne. Lucano (unico votato nella sua lista) ottiene 138 preferenze contro le 109 di Coraggio Italia o le 91 della Lega, partiti più votati.

Non è un paese per voti di opinione (salvo eccezioni)

A Cinquefrondi, dove sindaco è Michele Conia, coordinatore della campagna elettorale di DemA, il polo civico si impone con 1.128 preferenze, solo 5 più del centrodestra. Nella vicina Polistena torna sindaco Michele Tripodi confermando la tendenza a sinistra della città, ma solo alle comunali. Il voto alle regionali cambia colore con la percentuale più alta (42,04%) che va alla coalizione di Occhiuto con Forza Italia secondo partito di due punti dietro a DemA (23,08%). Del rosarnese Angelo Carchidi è noto l’impegno e la militanza anche attraverso la “Casa del popolo” intitolata al segretario del Pci locale Giuseppe Valarioti, assassinato dalla ‘ndrangheta nel 1980. Per lui le preferenze sono state 543 nella lista Uniti con de Magistris che come coalizione ha incassato il 10.11% di consensi nella città della Piana commissariata nelle scorse settimane (per l’effetto non andata al voto per eleggere il nuovo Comune). A Rosarno, con 4mila voti (su 5.313 elettori) il centrodestra ha incassato il 78,22% dei consensi. Non è un mistero che de Magistris puntasse principalmente a un voto di opinione – orientato soprattutto su forze, nomi e storie di sinistra – che, ancora una volta, non si è verificato nella pratica elettorale dei calabresi se non in alcuni casi isolati.

Lavorato: «La sinistra ha perso perché assente dai territori»

lucano riace manifestazione
Intervento di Giuseppe Lavorato alla manifestazione di solidarietà per Mimmo Lucano. Riace, 01.10.2021

Chi conosce bene la sinistra e la sua storia in Calabria è Giuseppe Lavorato. Per lo storico sindaco antimafia di Rosarno col Pci il risultato elettorale è figlio di una sinistra «assente dai territori». Ma è proprio da alcuni segnali lanciati da queste regionali, positivi e negativi, che bisogna ripartire.
«A livello nazionale – dice Lavorato – c’è il dato della netta sconfitta della destra. Speriamo che le forze che hanno conquistato il governo delle città siano all’altezza del compito affidatogli». Un dato che non rispecchia quello calabrese dove «vince la destra degli amici di Berlusconi» e «la sinistra evapora dai territori».
«Per “sinistra” intendo quegli ideali di libertà, uguaglianza, fratellanza per i quali abbiamo combattuto negli anni trascorsi». Ideali che secondo Lavorato sono «ancora presenti in Calabria e li abbiamo visti stringersi attorno Mimmo Lucano». I circa 10mila voti ottenuti dall’ex sindaco di Riace «devono essere visti come un punto di partenza, un fatto positivo perché sono voti di persone che hanno votato per ideale. E il “voto di ideale” è più forte del “voto di opinione”, perché capace di unire chi, come me, viene dal mondo Comunista a chi, ad esempio, ha una fede cristiana vera».

«Dobbiamo tornare nei “luoghi” della sofferenza sociale»

Per ricostruire la sinistra bisogna ripartire dai problemi e da un esame di coscienza.
Le scissioni interne hanno «matrici storiche» secondo l’ex sindaco di Rosarno. Spesso, però, «sono anche legate all’interesse personale di taluni». La sinistra moderata ha una sopravvivenza più facile dacché «non scompare se non si fa percepire» a differenza della sinistra figlia delle “lotte”. Da qui la ricetta: «Non si può essere assenti sui problemi dei giovani disoccupati, in pericolo di devianza, bisogna essere percepiti da questi soggetti “in sofferenza”. La sinistra è nata nei “luoghi” della sofferenza sociale e lì deve tornare ad essere presente».
Le categorie più in difficoltà, gli «ultimi» non percepiscono più nel concreto questa sponda politica che nel tempo ha smarrito il suo elettorato. «Non è più percepita dai pensionati, dalle forze del ceto urbano, che sprofondano verso la povertà». Inoltre, «deve tornare la lotta concreta contro le ‘ndrine, interessarsi del riutilizzo sociale dei beni confiscati per diradare la nebbia delle parole di quelli che concretamente non muovono un dito. Non possiamo puntare a costruire la sinistra del 900, ma dobbiamo costruire la sinistra del tempo che stiamo vivendo».
C’è ancora speranza per la sinistra in Calabria dunque? «La sinistra vince laddove sorge la speranza. E la speranza c’è ancora perché credo ci sia sempre un’alternativa allo stato delle cose. Non era scontato che questi voti per Lucano sarebbero arrivati, ma quando ci sono battaglie concrete, la gente partecipa». (redazione@corrierecal.it)



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