LAMEZIA TERME Chi si aspettava cambiamenti e novità resterà deluso. Chi invece più realisticamente ipotizzava uno scenario statico e immutato, potrà vantarsi di aver previsto tutto. Col senno di poi è più facile, certo, ma le tesi alternative credibili mancano. A Lamezia Terme i protagonisti politici della quarta città della Calabria dovranno innanzitutto prendere atto di un fallimento certificato dall’esito delle urne, poi pensare subito al futuro prossimo. Al netto delle soddisfazioni personali, infatti, la “scalata” dal Comune di Lamezia al Consiglio regionale è clamorosamente naufragata, e chi ha provato a fare il salto dovrà accontentarsi (chi può) di tornare ad occupare un posticino in Consiglio comunale.
Ed è forse questa l’unica vera notizia positiva: a Lamezia si sono completate le operazioni di voto in quattro sezioni, quelle cioè che il Tar aveva indicato dopo gli esposti presentati dai candidati a sindaco Silvio Zizza e Massimo Cristiano per presunti brogli elettorali. E il voto ha restituito lo stesso scenario di dieci mesi fa: stessi consiglieri eletti, nessuna sorpresa clamorosa, e il ritorno del sindaco Paolo Mascaro. Per la quarta volta dal 2015, e se non è un record poco ci manca. La città di Lamezia avrà dunque nuovamente un sindaco, i propri rappresentanti in Consiglio e un’amministrazione a cui fare riferimento dopo l’ennesima terna commissariale guidata da Giuseppe Priolo che proprio ieri ha salutato Lamezia tracciando un bilancio.
Un lavoro certamente non semplice per il sindaco Mascaro che, dopo le corse estive sul lungomare lametino, dovrà iniziare a correre contro il tempo per far fronte alle innumerevoli criticità di una città per molti aspetti in condizioni peggiori rispetto allo scorso anno: dal degrado delle periferie alla sanità, passando dal rilancio turistico, quello dell’immagine e quello economico di un territorio agonizzante. Ma, sull’altro versante, Mascaro dovrà fare i conti anche con un Consiglio comunale che potrebbe subire il contraccolpo delle elezioni regionali e i sogni svaniti di tanti consiglieri come Tranquillo Paradiso e Rosy Rubino. E poi Antonietta D’Amico, Pino Zaffina, Aquila Villella e Rosario Piccioni.
Consiglieri comunali col broncio, forse, ma toccherà anche a loro mettere da parte la delusione delle Regionali e rimboccarsi le maniche, spolverare le poltrone dell’aula Napolitano e iniziare a discutere, democraticamente, e lavorare per gli interessi della città e dei lametini. Tornare in questa dimensione non sarà affatto semplice ma a Lamezia non c’è più tempo da perdere. (redazione@corrierecal.it)
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