GIOIA TAURO Dopo la nota diffusa lo scorso 5 ottobre con cui l’Asp di Reggio Calabria disponeva la temporanea sospensione dell’attività del Pronto soccorso di Gioia Tauro, monta la protesta nella Piana e la frustrazione dei cittadini che gridano «all’ingiustizia». Per questo, un presidio spontaneo ha animato la mattinata sotto la pioggia a tratti battente, alle porte del presidio ospedaliero.
La chiamata era arrivata dal sindaco Aldo Alessio, che aveva lanciato un appello per far fronte alla «scelta scellerata del commissario straordinario Scaffidi e del direttore sanitario aziendale Minniti». La popolazione gioiese era quindi stata invitata a partecipare al sit-in di protesta davanti all’ospedale Giovanni XXIII rispondendo presente con la partecipazione di circa 60 persone. «Per aver assegnato il medico di base dobbiamo andare a Palmi e ora questo. Quando in un paese non ci sono le istituzioni manca tutto» dice uno dei cittadini intervenuti alla manifestazione. «Vi sembra una cosa giusta che per avere una visita cardiologica debba andare a Germaneto ed ho avuto la prenotazione per febbraio 2023? A me sembra una vergogna» dice un altro, che da poco ha subito un intervento al cuore.
Secondo quanto riportato nell’atto a firma del commissario dell’azienda reggina la decisione si sarebbe resa necessaria a fronte dell’«impossibilita di organizzare il turno di servizio a causa della totale assenza di medici presso I’Unità Operativa Pronto Soccorso del presidio ospedaliero Giovanni XXIII di Gioia Tauro» e della «mancata disponibilità ad effettuare, al momento, prestazioni aggiuntive extra debito orario da parte dei medici dell’area dell’Emergenza-Urgenza».
A non convincere è anche il piano prospettato dall’Asp di “dirottare” i pazienti all’ospedale della vicina Polistena o affidarli alle cure del Medico della continuità assistenziale. Anche per questo, la senatrice de “L’alternativa C’è”, Bianca Laura Granato e il vicepresidente del Codacons, Francesco Di Lieto, si sono mossi presentando un esposto in procura. «In un paese normale si sarebbe mosso il ministro della Salute per la riapertura. Hanno trasformato il diritto alla salute in una statistica» si legge in una nota.
Come spiega il segretario generale Cgil della Piana di Gioia Tauro, Celeste Logiacco, in regione e in particolare nella Piana «la sanità è ormai al collasso» e la linea sposata dall’Asp rischia di aggravare la situazione.
«Anni di commissariamento e i ripetuti tagli al personale – aggiunge Logiacco – hanno determinato l’evidente sovraccarico nelle poche strutture esistenti, lunghe liste d’attesa e un’ulteriore abbassamento della qualità e della quantità dei servizi erogati ai cittadini e nell’intera area metropolitana di Reggio Calabria, sono aumentate a dismisura le mobilità passive di chi ha la possibilità, seppur con difficoltà oltre che logistiche anche economiche, di spostarsi per potersi curare».
La scelta di chiudere il Pronto soccorso di Gioia Tauro, sempre secondo quanto riportato nella nota aziendale, sarebbe legata al rischio di evitare possibili commistioni tra i pazienti stessi del Pronto soccorso e quelli affetti da Covid-19. Testimonianza ulteriore di come la pandemia abbia messo più a nudo le fragilità di taluni territori «rendendo ancor più evidenti quelle di un Servizio Sanitario depauperato di risorse finanziarie e professionali, per anni logorato da tagli e ritardi» dice ancora il segretario Cgil della Piana.
«Anche nella Piana di Gioia Tauro obiettivo prioritario deve essere la garanzia del diritto universale alla salute, assolutamente non garantito, per contrastare così i fenomeni di mobilità passiva, di rinuncia alle cure e gli inaccettabili tempi d’attesa. In questo contesto la Piana di Gioia Tauro ha ormai da troppo tempo un credito: la realizzazione di un sistema sanitario di qualità che assicuri il rispetto dei Lea e che abbia nell’Ospedale della Piana e in quelli già esistenti un punto d’eccellenza. Non è smantellando gli ospedali già esistenti che si garantisce il diritto alle cure a tutti e per tutti i cittadini del territorio, per questo la scelta della chiusura del pronto soccorso di Gioia Tauro è inaccettabile e ne chiediamo pertanto l’immediata riapertura, sapendo che non solo è necessario e non più rinviabile assumere personale medico e paramedico ma è altrettanto necessario mettere tutto il personale sanitario nelle condizioni di poter lavorare». Il prossimo passo è già concretizzato nella richiesta d’incontro inoltrata al prefetto, Massimo Mariani «chiedendo la presenza del Commissario (regionale, ndr) Longo e del Commissario Straordinario Scaffidi per chiedere l’immediata riapertura del pronto soccorso di Gioia Tauro».
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