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D’Ippolito dichiara guerra all’autonomia differenziata

Il deputato del M5S annuncia un disegno di legge costituzionale per cancellare lo strumento. «Per il futuro dell’Italia occorre partire dal Sud»

Pubblicato il: 08/10/2021 – 10:55
D’Ippolito dichiara guerra all’autonomia differenziata

Il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito rende noto di non aver partecipato al recente voto sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, perché vi era collegato un disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata. «Da parlamentare del Sud – spiega l’esponente del Movimento 5 Stelle – non potevo affatto contribuire a portare avanti questa operazione, che penalizzerebbe oltremodo le regioni meridionali. Infatti, se il provvedimento per l’attuazione dell’autonomia differenziata passasse nella Legge di Bilancio per il 2022, si creerebbero ulteriori diseguaglianze e squilibri a tutto discapito del Mezzogiorno, che già paga un conto troppo salato, tra servizi essenziali inadeguati e diritti fondamentali poco tutelati». «Oltretutto, come noto le Leggi di Bilancio non possono essere sottoposte a referendum, sicché l’autonomia differenziata, già prevista dalla Costituzione, diventerebbe uno strumento diabolico che aumenterebbe le distanze del Sud – denuncia il deputato M5S – dal resto dell’Italia».
«Pertanto, con l’obiettivo di bloccare perversi tentativi di colpire ulteriormente le regioni del Mezzogiorno, che invece meritano maggiore attenzione e risorse aggiuntive proporzionate ai loro bisogni, al più presto – assicura il parlamentare – presenterò un disegno di legge costituzionale per cancellare definitivamente l’autonomia differenziata. Per il futuro dell’Italia occorre partire dal Sud, che non può più restare indietro né essere – conclude D’Ippolito – terra di affari, povertà ed emigrazione, ma deve crescere attraverso il pieno riconoscimento, da parte del governo, della verità innegabile. Al netto delle narrazioni politiche, il Mezzogiorno ha avuto sempre meno ed è giunta l’ora di porre rimedio a questa gravissima ingiustizia».

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