CATANZARO Il rebus della Giunta, tra equilibri nazionali e territoriali, aspettative e rivendicazioni. In questi pochi giorni trascorsi dopo la straripante vittoria delle Regionali il neo governatore della Calabria Roberto Occhiuto sta studiando e valutando la situazione ma comprensibilmente non ha ancora messo concretamente mano al dossier dell’esecutivo con cui guiderà la Regione nei prossimi 5 anni, ripromettendosi di avviare la riflessione nella prossima settimana, quando Occhiuto avvierà concretamente le interlocuzioni del caso, a cominciare da quelle con i leader nazionali dei partiti della sua coalizione. Tutto porta a ritenere che la quadratura del cerchio Occhiuto se la riserverà nel giro massimo di un paio di settimane, dopo che si saranno espletate alcune formalità di rito – la proclamazione sua e dei consiglieri regionali eletti e l’insediamento alla Cittadella – e si saranno chiarite alcune dinamiche politiche come i ballottaggi, non solo in Calabria.
Inoltre, molto dipenderà anche da come evolverà la vicenda sanità: a quanto risulta da fonti accreditate, sempre nella prossima settimana Occhiuto dovrebbe incontrare il ministro della Salute, Roberto Speranza, al quale comunque avrebbe già recapitato la richiesta della fine del commissariamento, anticipato magari dalla nomina dello stesso neo presidente a commissario (la chiusura della gestione straordinaria infatti dovrebbe richiedere tempi piuttosto lunghi e anche un passaggio normativo comunque complesso che cancelli il Decreto Calabria). Una partita che ovviamente avrà il suo peso anche in funzione della composizione della Giunta, sulla quale il ragionamento ad oggi è assolutamente embrionale, anche se qualche indicazione trapela dai primi segnali lanciati dallo stesso Occhiuto e anche dal suo partito, Forza Italia, che ha la “golden share” sullo schieramento avendo fatto bottino pieno domenica e lunedì scorsi. Nella sua unica dichiarazione relativa al capitolo esecutivo, rilasciata ad un’agenzia di stampa qualche giorno fa, Occhiuto ha annunciato la sua intenzione di «fare un governo che rispetti tutte le sensibilità della coalizione, ma che dovrà essere formato da persone competenti»: tradotto, la sua Giunta potrebbe essere un mix tra interni ed esterni, compreso qualche tecnico, ovviamente di area.
Quanto al resto, nel centrodestra in queste ore, al netto del riserbo di Occhiuto, sono in atto ragionamenti e calcoli assortiti. Il primo “nodo” è quello della vicepresidenza della Giunta, che alla vigilia delle elezioni vedeva il ticket Occhiuto-Spirlì in quota Lega, ticket però messo in discussione da Fratelli d’Italia, a partire dalla sua leader Giorgia Meloni, e ulteriormente messo in dubbio dopo il voto, considerando il visto calo elettorale del Carroccio. A quanto si apprende da accreditate fonti della coalizione, al momento “resisterebbe” la vicepresidenza alla Lega, anche se da Fratelli d’Italia fanno capire che bisognerà attendere un pronunciamento della Meloni sul punto: se la vicepresidenza alla Lega non sembra (per il momento) vacillare, invece vacilla sempre di più e sempre più fortemente la designazione in quel ruolo di Spirlì, come anticipato dal Corriere della Calabria.
Nel gruppo dirigente del Carroccio, che ieri avrebbe fatto un punto della situazione, infatti, il fronte del no a Spirlì sarebbe sempre più ampio, se non addirittura dilagante: al presidente facente funzioni della Giunta infatti si attribuirebbe una consistente fetta di responsabilità nella sensibile riduzione del consenso della Lega, inoltre – si fa presente da ambienti leghisti – anche i candidati consiglieri “sponsorizzati” da Spirlì avrebbero fatto sostanzialmente flop. Il secondo “nodo” è quello della presidenza del Consiglio regionale: in ambienti di Forza Italia, infatti, in queste ore si starebbe affacciando l’idea di rivendicare anche questa postazione, alla luce dell’exploit elettorale di domenica e lunedì (c’è il precedente della scorsa legislatura, con il tandem azzurro alla guida di esecutivo e legislativo nonostante numeri molto più bassi di quelli di oggi). Ovviamente questa ipotesi potrebbe creare qualche fibrillazione con Fratelli d’Italia, che avrebbe da tempo nel mirino la guida di Palazzo Campanella e che però potrebbe accettare un passo indietro sulla presidenza del Consiglio regionale in cambio di un assessore in più.
Per il resto, sempre stando alle anticipazioni fatte “a grandi linee” di Occhiuto e tenendo presenti alcuni “paletti” insormontabili come la necessità di garantire il 30% alla quota rosa, nel centrodestra si fa intendere che in Giunta potrebbero trovare posto quasi tutti i partiti della coalizione che hanno la rappresentanza in Consiglio regionale (solo l’Udc potrebbe rischiare di restare fuori): due assessori a Forza Italia, uno alla Lega (in pole Filippo Mancuso e Pietro Raso), uno a Forza Azzurri (molto quotato è il rieletto Pierluigi Caputo, protagonista di una performance elettorale ragguardevole), uno a Coraggio Italia (il vicepresidente Gaetano Quagliariello oggi lo ha rivendicato con forza dalle colonne del Corriere della Calabria), nel caso di presidenza del Consiglio regionale agli azzurri, due a Fratelli d’Italia (quotato è ovviamente l’uscente Fausto Orsomarso). Ma anche questo schema non è per nulla scontato, tutt’altro, perché ancora non si sarebbe ragionato nemmeno sui criteri di selezione degli assessori, e non sarebbe escluso neppure l’azzeramento degli assetti dell’esecutivo uscente. E quindi per chiudere giochi (e conti) c’è ancora da aspettare, e anche un po’. (a. c.)
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