CATANZARO «Lotteremo per la Calabria», dice Luigi de Magistris dopo aver smaltito la delusione per il mancato ingresso in consiglio regionale. L’orizzonte del progetto che l’ex pm ha (ri)lanciato sabato mattina in una lunga assemblea a Lamezia, però. è più ampio: abbraccia il Mezzogiorno, strizza l’occhio ai delusi di altri movimenti (soprattutto alla base del M5S e alla galassia meridionalista) e punta dritto alle Politiche del 2023. L’ex sindaco di Napoli affida la ripartenza post-Regionali a due pubblicazioni su Facebook. Scarne quanto consente la comunicazione social, ma comunque indicative della doppia traccia di un impegno che ricomincia dal 16,5% raccolto nel voto del 3 e 4 ottobre. Se nel messaggio più recente, datato lunedì, de Magistris “giustifica” la propria assenza da Palazzo Campanella (colpa della legge elettorale e della sua scelta di lasciare spazio a candidati e candidate), nel primo post, passato un po’ sotto silenzio, lancia la sfida ai partiti nel segno di un nuovo meridionalismo. Non a caso, il punto di partenza è la scelta del Parlamento sull’autonomia differenziata. E l’obiettivo sono tutti i deputati calabresi che l’hanno votata.
«Il 6 ottobre 2021, ad urne regionali chiuse – scrive de Magistris –, come hanno votato i parlamentari calabresi sulla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza? Avranno letto che vi era collegata una “noticella” recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata? Sapranno che grazie al loro voto le regioni più ricche potranno avere l’opportunità di ricevere la stragrande maggioranza delle risorse?». Lo squilibrio nella distribuzione delle risorse è (e sarà) argomento di discussione politica in tutto il Mezzogiorno. E de Magistris, che dal Mezzogiorno vuole ripartire per lanciare la sua scalata alle Politiche, annuncia già che ne farà il primo punto della nuova “battaglia”. L’ex magistrato identifica i responsabili: «Praticamente tutti i parlamentari calabresi hanno votato a favore». Poi evidenzia che un gruppo di parlamentari si sono espressi in maniera contraria: «Soltanto i senatori Abate, Corrado, Granato e Morra ed i deputati Forciniti e Sapia». Non è un caso che si tratti di parlamentari che hanno manifestato dubbi rispetto alla nuova linea governista del Movimento Cinquestelle. Non è un caso perché de Magistris guarda con interesse (ricambiato) a quell’area fin dai giorni della lunga campagna elettorale calabrese. E l’assonanza potrebbe, nelle intenzioni dell’ex sindaco di Napoli, estendersi al di là dei confini regionali (basti pensare ai contrasti dell’ex sindaco di Roma Raggi con il M5S ufficiale).
In tutto il Meridione, protagonista della seconda parte del messaggio affidato a Facebook. «Favorevoli tutti – scrive de Magistris –. Tutto il centrodestra ed il centrosinistra, 5S compreso, appassionatamente insieme per distruggere il Sud. E poi nella campagna elettorale hanno ingannato e mentito. Noi, a differenza di chi usa il potere romano per tradire la propria terra, difenderemo il Mezzogiorno da questo ulteriore scippo di Stato». La prossima campagna elettorale è già partita. La base è il 16,5% – 130mila voti – raccolto soltanto una settimana fa e l’obiettivo quello di ritagliarsi una rappresentanza meridionalista nel prossimo Parlamento.
L’altro aspetto della ripartenza è più local. Riguarda il motivo per cui de Magistris (la foto sopra è di Fabio Itri) non siederà in consiglio regionale e l’impegno dei consiglieri a Palazzo Campanella. «In molti – scrive l’ex sindaco – mi chiedono increduli il motivo perché non sarò consigliere regionale, nonostante il 16.5% dei voti e 2 consiglieri eletti, con ben 130mila voti, il secondo partito dopo Forza Italia. La legge elettorale per la Regione Calabria prevede che il candidato presidente che arrivi terzo, anche se si supera la soglia minima dell’8%, non ha diritto a sedere in consiglio regionale». De Magistris spiega poi perché non si è candidato anche a consigliere nelle circoscrizioni, cosa che gli avrebbe permesso di ottenere un seggio. Lo ha fatto «per due motivi principali. Il primo perché avrei precluso la possibilità alle candidate e ai candidati di avere possibilità di essere eletti al posto mio. Quindi l’ho fatto per spirito di squadra e di coalizione e anche per una mia naturale generosità politica. Il secondo perché ritengo che chi come me fa politica per passione, per il bene comune e come una missione, debba dare il messaggio forte che non si cerchi mai un paracadute personale e che non si possa mai pensare che ci si candidi per interesse personale. Nonostante stessi per finire la mia esperienza di sindaco non ho mai pensato di candidarmi per una poltrona, pur sapendo di rinunciare ad un compenso complessivo oscillante tra i 10mila e i 15mila euro mensili».
Nessuna debolezza, però, discenderà dalla sua assenza. «A quelli che temono che una mia assenza in consiglio regionale possa indebolire l’unica opposizione esistente veramente, atteso il consociativismo cronico ed opaco tra centro destra e centro sinistra in Calabria, li rassicuro dicendo loro che i nostri consiglieri eletti sono i migliori e che sarò sempre e comunque presente in Calabria. A lottare per i diritti, contro le mafie e la corruzione, per la giustizia sociale, contro ogni forma di disuguaglianza, per un ambiente salubre, per la sanità pubblica e per tutto quello per cui ci eravamo candidati a guidare la Regione. Lotteremo fino a quando la Calabria non si sarà totalmente liberata dalla malapolitica e dal malaffare. Lo faremo partendo dai nostri 130mila soldati della rivoluzione e dalle nostre candidate e candidati, che con la matita hanno saputo usare il fucile della democrazia. Al Presidente Occhiuto non faremo nessuno sconto e non saremo mai distratti, gli staremo con il fiato sul collo per impedire che ancora una volta la Calabria e il suo popolo vengano depredati». (ppp)
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