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I retroscena

Provincia di Crotone, a rischio la candidatura Voce

Il 18 dicembre al voto per eleggere il nuovo presidente. In campo il sindaco ma senza accordi “blindati” non c’è la certezza della sua elezione

Pubblicato il: 11/10/2021 – 18:09
di Gaetano Megna
Provincia di Crotone, a rischio la candidatura Voce

CROTONE Il caos nei partiti che si preparano ad eleggere il nuovo presidente della Provincia di Crotone. La data del voto è stata fissata per il prossimo 18 dicembre. Gli addetti ai lavori hanno poco più di un mese per mettere insieme le liste dei candidati a presidente e quelle del consiglio. Sulla carta ci sono tre schieramenti: Tesoro Calabria, che esprime il sindaco di Crotone, centrodestra e centrosinistra. Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, da tempo ha annunciato di volere porre la sua candidatura a presidente dell’ente intermedio per ricompattare la sua maggioranza. Molti sono i consiglieri di Crotone che, alle ultime elezioni regionali, non hanno seguito l’indicazione di Voce di votare Mimma Scida. La candidata del sindaco a Crotone ha ottenuto circa 600 voti di preferenza certificando così la debolezza elettorale di un primo cittadino che, circa un anno fa, ha ottenuto una brillante vittoria sconfiggendo al ballottaggio la “magnifica armata” messa in campo dal centrodestra.
In quella circostanza Voce ha potuto contare sull’appello al voto del Partito democratico che non aveva candidati propri.
L’accordo tra Voce e il Pd fu sancito in un incontro ristretto tenutosi a Cosenza con Franco Iacucci, allora commissario provinciale dei dem pitagorici. In città si raccontò che l’accordo prevedeva un cambio di favore per l’elezione del presidente della Provincia. Evidentemente Voce non terrebbe conto di quell’accordo e a questo punto, vorrebbe stringere un patto con il Pd per essere eletto.
Qualcuno dice che Voce abbia riconsiderato l’impegno per la Provincia alla luce dell’accordo sottoscritto da “Tesoro Calabria” con il Pd per le ultime elezioni regionali.  C’è da dire, però, che il Pd, non ha più il referente provinciale da quando Iacucci ha rassegnato le dimissioni da commissario. Le dimissioni sono state formalizzate lo scorso mese di settembre, proprio quando sono state presentate le candidature al consiglio regionale. Iacucci era candidato e si è dimesso.
Il Pd di Crotone, quindi, non ha un responsabile provinciale a cui affidare la gestione della trattiva per le alleanze e la scelta dei candidati. Diversi rappresentanti del Pd comunque dicono che, in ogni caso, non è pensabile fare un accordo con Voce per non rischiare di scaricare sul partito il fallimento amministrativo al Comune di Crotone.
Secondo queste voci il sindaco di Crotone, quindi, dovrebbe correre da solo e sapendo di non potere contare nemmeno sul voto compatto dei consiglieri di maggioranza, potrebbe rischiare, dopo l’insuccesso alle Regionali, una nuova debacle elettorale.

Gli appetiti nel centrodestra

Non sta benissimo nemmeno il centrodestra. Sta meglio rispetto al Pd, ma sono scoppiati “forti appetiti” dopo il grande successo elettorale delle Regionali. Nella provincia di Crotone, Forza Italia – con circa il 15% – risulta essere il primo partito e, quindi, punto di riferimento dell’intero schieramento. Merito del gruppo dirigente locale? Non proprio, dicono a Crotone.
Secondo alcune analisi il voto regionale avrebbe indebolito la leadership del parlamentare Sergio Torromino, coordinatore provinciale del partito di Berlusconi. La candidata di Torromino, Carmela Maiolo, ha ottenuto 2.320 voti di preferenza. Pochi se rapportati a candidati provenienti da fuori provincia: Michele Comito (1522), Antonello Talerico (2130), Valeria Fedele (1.522). In occasione del voto regionale in FI si è formata una forza alternativa a Torromino, che potrebbe voler dire la sua in occasione del voto provinciale.

Gli schieramenti in campo

I Comuni che esprimono un sindaco targabile centrodestra sono: Cirò, Cirò Marina, Cerenzia, Crucoli, Carfizzi, Pallagorio, San Mauro Marchesato, Rocca di Neto, Umbriatico.
I sindaci targati Pd sono: Isola Capo Rizzuto, Mesoraca, Casabona, Cotronei, Rocca Bernarda, Santa Severina, Scandale, Caccuri, Castelsilano, San Nicola dell’Alto.
Ci sono altri comuni, definiti da alcuni addetti ai lavori, con situazioni ibride: Strongoli, Melissa, Petilia Policastro e Belvedere Spinello.
Il voto alla Provincia, poi, si è sempre caratterizzato per il “tradimento”. Hanno il diritto al voto solo i sindaci e i consiglieri comunali. Nelle precedenti elezioni non hanno dato un buon esempio ai cittadini che li hanno eletti. È successo infatti che, al momento dello spoglio, i conti non sono tornati perché alcune liste hanno preso meno voti di quelli presenti sulla carta e, viceversa, altri ne hanno preso in più. Nelle urne si sono consumati tradimenti e vendette e poco rispetto dell’appartenenza. (redazione@corrierecal.it)

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