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La “top manager” e il desiderio di tornare in Calabria. «Partita con tristezza, torno da vincitrice»

Maria Francesca Marino è tornata dopo 16 anni per dirigere lo stabilimento di Vibo di “Baker Huges”. «Voglio essere un esempio per il territorio»

Pubblicato il: 12/10/2021 – 8:42
La “top manager” e il desiderio di tornare in Calabria. «Partita con tristezza, torno da vincitrice»

VIBO VALENTIA Un bagaglio di studio, viaggi, esperienze del peso di sedici anni messo a disposizione della “sua” Calabria. Si può sintetizzare così la storia e la scelta di Maria Francesca Marino, direttrice dello stabilimento “Baker Huges” di Vibo Valentia raccontata da Repubblica attraverso una lunga intervista per la rubrica Donne Impresa.
La 35enne nata a Catanzaro è tornata in Calabria lo scorso novembre dopo aver conseguito la laurea in ingegneria meccanica a Pisa per poi continuare un lungo percorso che l’ha riportata nella sua terra d’origine per dirigere l’azienda Usa di tecnologia per il settore energetico attiva in 120 paesi del mondo con oltre 55mila dipendenti (di cui il 20% sono donne). Un colosso dal fatturato annuo di oltre 20 miliardi di dollari, da 60 anni anche con vista sul mare del Vibonese.

Il ritorno in Calabria

Famiglia di medici, prima di quattro sorelle e come tanti altri giovani di questa terra, emigrante alla soglia della maggiore età. «Ho visto nell’ingegneria meccanica degli sbocchi lavorativi. Mi ha influenzato mia madre appassionata di auto sportive e motori». Poi, dopo diversi anni, con esperienze dagli Usa fino all’Arabia Saudita, il ritorno al Sud insieme al figlio Lorenzo e al marito. «Sono andata via con tanta tristezza e molta speranza», racconta.
«Mi piace ricordare – aggiunge – che quando ho comunicato ai miei la notizia che andavo lontano a studiare, 16 anni fa, mi hanno accompagnato in macchina a Pisa e sono andati via nella notte con il cuore stretto. Siamo una famiglia unita, un bel contesto, non è stato facile separarsi ma ho sempre promesso a mia madre che sarei tornata. E quando è accaduto è stato emozionante». Nel tornare porta con sé tutta l’esperienza acquisita in questi anni e uno sguardo dall’esterno necessario per una regione che rischia altrimenti di chiudersi in se stessa.
«Considero Vibo una tappa importantissima, professionale, personale, formativa. Una tappa che mi dà la giusta carica e formazione per il futuro, perché guardo anche al dopo e alle altre opportunità che mi potrà dare. Ci metto grinta, determinazione, passione. In Baker c’è molto la cultura di dare feedback costruttivi». Anche per questo, Maria Francesca dice di voler «dare l’esempio».
«Nella zona di Vibo si è sviluppato il tessuto delle imprese in ambito agroalimentare e turistico e anche il settore metalmeccanico. Siamo fondamentali per tante persone, con attenzione per il benessere psicofisico dei dipendenti, delle famiglie e della comunità». Crescere è anche creare dei profili professionali, «perciò investo sulla formazione. Tanti vanno via a studiare e a lavorare. Dobbiamo trovare nuovi talenti. Nel welfare sto aprendo di più all’esterno lo stabilimento».

Lo stabilimento di Vibo

Stabilimento Baker Huges. Rivista

Lo stabilimento di Vibo – come ricostruisce Repubblica – è il motore pulsante del settore degli scambiatori ad aria per diverse applicazioni. A un chilometro dal porto, a 40 dal grande hub di Gioia Tauro e a 25 dallo scalo aereo di Lamezia Terme, dà lavoro a 80 dipendenti, con un indotto di 20 aziende calabresi che registra un giro di affari di 14 milioni di euro, e si avvale di importanti collaborazioni con l’università della Calabria e con le scuole del territorio. Maria Francesca Marino è oggi la top manager, chiamata anche da Confindustria Vibo Valentia per guidare la sezione Metalmeccanica nel prossimo biennio.
L’insediamento principale in Italia di Baker Hughes, nata nel luglio 2017 dalla fusione tra Ge Oil & Gas e Baker Hughes, è la storica Nuovo Pignone, a Firenze, ma oltre al capoluogo toscano e Vibo conta fabbriche anche a Bari, Talamona, vicino Sondrio, Casavatore, alle porte di Napoli, e Avenza, in provincia di Massa Carrara.
Dal 2019 la compagnia statunitense ha investito a Vibo 10 milioni di euro in una nuova linea produttiva tutta robotizzata e digitale, dedicata a componenti statorici di turbine a gas a basso impatto ambientale, alta efficienza e già testate anche per l’idrogeno. «Nella visione dell’azienda – racconta la giovane manager – questo stabilimento diventerà un centro di produzione di tecnologie innovative, un esempio di transizione ecologica. E stiamo valutando altri investimenti per produrre impianti che catturano l’anidride carbonica, per azzerare le emissioni dei nostri prodotti a livello mondiale. In questo, Vibo ha un ruolo centrale. Siamo nella fase di progettazione».

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