CATANZARO Erano così tante le richieste di incontri a Roma per dirimere le controversie calabresi che Matteo Salvini avrebbe dovuto inaugurare un’agenda apposita. Così il leader della Lega ha deciso di prendere l’iniziativa: sarà lui a scendere in Calabria. I malumori nel partito, tutti concentrati sull’effetto Spirlì (come viene definito ormai il meno 4% alle Regionali rimediato dal Carroccio), non possono essere ignorati. Prima conseguenza: un «incontro ristretto e personale» con il gruppo dirigente leghista convocato per lunedì prossimo. Messaggi girati in chat e pochi inviti: i coordinatori e gli eletti. Il clima si annuncia teso: come vi abbiamo raccontato, specie dalla Calabria centrale gli strali contro il governatore reggente si sprecano. E a qualche giorno di distanza dai primi distinguo e dalla messa in discussione interna del ticket con Occhiuto, gli attacchi sono diventati ancora più precisi, quasi al punto di citare determine e atti che avrebbero provocato (almeno in parte) la debacle.
Il senso delle contestazioni è cristallino: la Lega ha avuto l’onore e l’onere di governare la Regione e, nonostante la postazione fosse politicamente vantaggiosa, è riuscita a dilapidare un patrimonio di consensi a favore degli alleati. Esempi pratici, dicevamo. Sul capitolo della viabilità, dei 30 milioni stanziati per migliorare l’assetto delle strade locali, ben 9 sarebbero stati destinati all’area di Cassano. Il riferimento, neppure tanto velato, è al feudo elettorale dell’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, che con circa 22mila voti ha registrato il record delle preferenze. Altro ambito: la portualità. Anche in questo caso, le chat interne della Lega rilevano uno sbilanciamento di fondi a favore del porto di Sibari, con 9 milioni, e di Bagnara, nel Reggino. Scelte che hanno alimentato e alimentano i mal di pancia dei dirigenti della provincia di Catanzaro. Stesso canovaccio – sempre stando alle lamentele che rimbalzano nel Carroccio calabrese – per gli investimenti in opere pubbliche, concentrati ancora tra le province di Cosenza e Reggio. Un elenco di contestazioni che si riassume in una sola, semplicissima frase: «La colpa della sconfitta è di Spirlì, che non ha vigilato mentre gli altri si muovevano per rastrellare consensi anche grazie agli atti della “sua” giunta». Se questa è la premessa, la conclusione potrebbe essere particolarmente sgradita all’aspirante vice di Occhiuto: la poltrona traballa anche e soprattutto per i niet che arrivano dal suo partito. Spirlì reagisce con scomuniche e allusioni affidate soprattutto ai social, ma l’incontro previsto per lunedì prossimo sarà in presenza.
In quella sede le contestazioni alla gestione del facente funzioni verranno a galla. E anche per Salvini sarà difficile smorzarle e derubricarle a semplici bagattelle locali. Questa volta, però, l’effetto Spirlì potrebbe abbattersi su chi lo ha generato.
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