LAMEZIA TERME «Uno dei presunti organizzatori dell’attentato voleva fare il “regalo di Natale” al fratello, riferendosi ad uno degli appartenenti della cosca. Il regalo di Natale significava ammazzare qualcuno, fare una strage. Queste cose non sono umane». L’ex sindaco di Rizziconi, Antonino Bartuccio, vive con la sua famiglia da sette anni sotto scorta, con i militari a presidiare la sua abitazione 24 ore su 24. Intervistato nel corso della trasmissione “Buongiorno Regione”, andata in onda questa mattina su RaiTre Calabria, racconta la sua esperienza. Ed un attentato sventato dallo Stato di recente.
Secondo le indagini, infatti, il clan Crea voleva utilizzare un bazooka o dell’esplosivo per sventrare l’auto blindata di chi ha contribuito a far arrestare esponenti della cosca.
«La ‘ndrangheta – spiega Bartuccio – deve colpire per dare dimostrazione del controllo del territorio e del proprio potere. Quando si apprendono notizie come quella dei giorni scorsi si è assaliti dall’angoscia e dalla frustrazione, forse dettate dall’imminenza del pericolo. Sembrerebbe che l’attentato che stavano organizzando fosse programmato contro l’auto blindata, quindi avrebbero colpito anche gli operatori di polizia, quelle persone che svolgono questo lavoro e che hanno scelto volontariamente di stare accanto a noi, con passione e spirito di sacrificio; hanno scelto di condividere con noi questo destino».
«In sette anni di vita sotto scorta – racconta ancora Antonino Bartuccio – Rizziconi è cambiata tantissimo. Rispetto ai primi mesi del 2014, quando vivevamo in un isolamento quasi totale, con pochi amici e poche persone vicine, oggi le cose sono molto diverse. La presenza dello Stato e delle istituzioni sta dando fiducia ai cittadini. Rizziconi è cambiata, l’amministrazione sta dimostrando di lavorare nel rispetto delle regole. E per la prima volta è riuscita ad intitolare, tra le altre cose, una via a Francesco Maria Inzitari», appena diciottenne, ucciso nel 2009 a Taurianova davanti ad una pizzeria, dove lo stavano aspettando gli amici per festeggiare un compleanno.
«L’unica possibilità che hanno gli uomini del clan è quella di pentirsi e di cambiare vita. Vivere onestamente nella nostra terra, libera dalla criminalità organizzata. È una cosa bella per tutti, ci sarebbe lavoro per tutti, anche per i figli dei loro nipoti, e ci sarebbe benessere per tutti. Quello che io auspico – conclude l’ex sindaco di Rizziconi – è che questa gente possa rendersi conto e ritornare ad essere umana».
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