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Mascaro a “20.20”: dal ritorno alla giunta e al futuro di Lamezia. E una promessa: «Nel 2025 potrei ricandidarmi» – VIDEO

Il sindaco, in attesa della proclamazione, affronta diversi temi cruciali: i possibili nuovi nomi, le assunzioni e l’ospedale cittadino

Pubblicato il: 14/10/2021 – 12:13
di Giorgio Curcio
Mascaro a “20.20”: dal ritorno alla giunta e al futuro di Lamezia. E una promessa: «Nel 2025 potrei ricandidarmi» – VIDEO

LAMEZIA TERME «Sono sindaco dal 2015 perché la città e i cittadini finora hanno riconosciuto solo me come primo cittadino e autorità».
Dieci mesi di commissariamento non hanno scalfito affatto il piglio di Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme, pronto a (ri)sedersi alla guida del Comune e della città che lo ha eletto nell’autunno del 2019. Stessa stagione, due anni dopo, e Mascaro si prepara a ricominciare proprio lì da dove era finita (di nuovo) la sua esperienza politica sospesa dal Tar per alcuni brogli elettorali in quattro sezioni su 78, con in mezzo dieci mesi di commissariamento.
Ospite di “20.20”, il talk di approfondimento de L’altro Corriere Tv, in onda ieri sera sul canale 16, Mascaro ha fatto il punto sull’attuale situazione politica a Lamezia, a cominciare proprio dal commissariamento guidato da Giuseppe Priolo, pronto a lasciargli il posto in via Perugini. «La comunità – ha spiegato Mascaro – non riesce mai ad identificarsi nella figura di un commissario calato dall’alto e infatti in questi mesi la città e i lametini mi hanno sempre interessato sulle problematiche, sono stato chiamato ad eventi e manifestazioni di questa città». «Sono e rimarrò sindaco fin quando il popolo non nominerà altro al posto mio».

Tutto pronto per la proclamazione

Mascaro si prepara a ritornare per la quarta volta dal giugno 2015: in mezzo due elezioni, due commissariamenti, una sentenza del Tar che ha disposto la ripetizione del voto in quattro sezioni (confermata dal Consiglio di Stato) e l’attesa proclamazione. «Solo il 2,8% del corpo elettorale è stato richiamato al voto. La commissione elettorale si è riunita mercoledì – ha detto Mascaro – e ha richiesto documentazione al comune sulle 74 sezioni. Pare che la documentazione sia arrivata lunedì e in questi giorni si sta lavorando, la commissione è dunque all’opera». «Andavano sommati i voti, un passaggio formale ma obbligato. Certo, forse potevano essere più rapidi ma io guardo avanti come sono abituato e come le passate esperienze mi hanno insegnato a fare. Sono sicuro che al massimo venerdì mattina (domani ndr) sarò proclamato. Ma io sto già pensando ai problemi della città da affrontare». «Non mi sento perseguitato ma involontariamente sono stato vittima di tutto ciò che può succedere, compresa la pandemia. Ma io mi auguro, invece, di essere un sindaco che possa portare a delle riforme normative che possano eliminare delle disfunzioni clamorose di inefficienze dell’apparato statale».

«La mia maggioranza è ancora solida»

Paolo Mascaro, dunque, è rimasto un punto di riferimento anche politico per la città di Lamezia Terme, un passaggio tanto delicato quanto importante per giudicare la solidità della maggioranza anche alla luce delle ultime elezioni regionali e che hanno visto, tra i candidati al consiglio, molti esponenti della giunta Mascaro. «La solidità è fuori discussione perché nasce da un assunto fondamentale, la scelta attorno alla mia figura alternativa a quella dei partiti. Io non mi sentivo di essere appoggiato da partiti, anche per via dello scioglimento precedente e noi volevamo portare avanti un amministrazione che, anziché ai partiti, guardava alla mia figura. Ora legittimamente ognuno di loro può aderire anche ai partiti, ma il progetto era nostro e non vedo perché debba in qualche modo traballare».

Una norma da rivedere

Il voto in sole quattro sezioni si poteva fare prima? Ne è convinto Mascaro, secondo il quale «c’è stato un errore madornale dal parlamento e dai rappresentanti politici calabresi di parificare il caso Lamezia e i 1.300 elettori alle campagne elettorali di città molto più grandi e alle regionali, e questo vuol dire non avere la visione i problemi. C’è stato il paradosso di una scuola, ad esempio, che non poteva fare entrare in sicurezza 400 persone nell’arco orario 7-23 e 7-15 nell’arco di due giorni mentre solitamente ne entravano 1000 in mezzora. Un errore del parlamento nell’andare a convertire un decreto legge già erroneo dalle origini perché questo caso disciplinato dal dpr 560 del ‘70 doveva concludersi nei 60 giorni».

Il caso “simile” di Reggio Calabria

In Italia esiste la certezza del diritto ma anche l’interpretazione delle norme. Ad esempio c’è il caso Reggio Calabria che ha vissuto una vicenda sull’esercizio di voto molto più grave rispetto a quello che è accaduto a Lamezia ma lì, il voto, è stato interpretato come “pulito”. «C’è alla base un motivo procedurale, il ricorso elettorale deve essere presentato entro 30 giorni dalla proclamazione. A Lamezia è stato proposto tempestivamente, a Reggio tardivamente, ancorandolo al procedimento penale». «Entrando nel merito, serve la riforma, quella del 570 del 60, e qualora il rinnovo parziale non riguardi più della metà delle sezioni, restano in carica gli organi eletti fino a quando eventualmente alcuni di esse dovessero essere sostituiti. Sarebbe l’essenza della democrazia perché, mi chiedo, è più democratico che governi un sindaco eletto e legittimato dal popolo o un commissariamento calato dall’alto?». «Sorrido quando penso che una volta dicevano che Mascaro si metteva contro le sentenze e contro lo Stato, poi le stesse persone stanno contestando altre sentenze, come quella di Lucano e giustamente. La magistratura, anche nelle sue estrinsecazioni e nelle sue sentenze può essere criticata. Quando si critica la sentenza di Lucano io dico che è sacrosanta. Se io fossi insegnante come i miei genitori, a quella del Tar Lazio darei 10, a quella del Consiglio di Stato darei 2 – -, un sentenza che non sembra essere scritta dal Consiglio di Stato per quanto è giuridicamente debole». Ma per Paolo Mascaro «la città deve crescere come forza della classe dirigente, altre città invece sono molto più strutturate sotto tutti gli aspetti».

Il centrodestra e i consiglieri regionali

«Con Jole Santelli c’era un rapporto amicale, personale. Certo, la mia vicinanza ad area di destra moderata è nota da anni – ha spiegato Paolo Mascaro – sebbene io non abbia mai avuto una tessera di partito e non abbia mai partecipato a circoli di partito, tutti conoscono la mia anima sociale, cattolica e democratica». Questa volta si sono candidati in quattro, «hanno avuto ottimi risultati personali – spiega poi Mascaro – ma rientrano sempre in quell’ambito di centrodestra che è il segno della mia maggioranza». E poi c’è il “caso” Abramo che, in consiglio comunale, ha chiesto di non parlare di “drammi” per la scarsa presenza (solo uno) di consiglieri regionali di Catanzaro. Un caso condiviso con Lamezia, sebbene sia di fatto “circondata” da consiglieri dell’hinterland. «Non è un falso problema – riconosce Mascaro – ma un tema di grande riflessione sul perché questa città non è in Consiglio dalle liste, esclusa ovviamente la Bruni. Bisogna avere comunque una visione complessiva dell’area lametina, riflettiamo e ovviamo ma dico comunque che abbiamo un’area che per me è un blocco monolitico». «Su 30 consiglieri ne abbiamo tre (Fedele, Raso e la Bruni ndr) e dico, nell’attesa che riflettiamo e cerchiamo di evitare alcuni errori, mettiamo in cassaforte questo risultato».

comune lamezia terme

«La delinquenza ha paura di me»

Il ritorno in via Perugini per Mascaro è ormai prossimo e bisogna, perciò, pensare già a cosa fare da subito: «Approvato il rendiconto di recente – ha spiegato Mascaro – vediamo se siamo pronti per andare alla commissione stabilità e procedere con l’assunzione del personale perché la situazione è devastante. La luce al fondo al tunnel però ora la vediamo, siamo ad un passo dal traguardo». Ci sono poi i fondi per la riqualificazione urbana, quasi 100 milioni per la città di Lamezia: «Lo conosco bene, un finanziamento nato insieme a me. Abbiamo scelto la sfida difficile del progetto pilota con tanti professionisti che hanno lavorato gratuitamente. Un grande risultato ma ora dobbiamo pensare a non perderli». E sui dubbi legati a possibili “attenzioni” della criminalità Mascaro non ha dubbi: «La delinquenza ha istintivamente paura di me, si tiene lontano perché sa che non mi possono ammorbidire in altri modi come magari può accadere altrove. Ho governato 41 mesi e nessuno si è mai avvicinato a me. Ma bisogna comunque stare con gli occhi spalancati».

Giunta e sanità

Oltre agli step amministrativi, ci sono poi gli equilibri di giunta da mantenere, con qualche possibile novità: «Ci sono possibili defezioni nella Giunta per sopraggiunti impegni, una rivisitazione di alcuni ruoli. Qualcuno potrebbe volere un ruolo accanto a me e all’amministrazione, senza però avere un incarico di assessore». «C’è comunque grande entusiasmo e voglia di ripartire: sono passati oltre sei anni dal mio esordio ma ho più entusiasmo rispetto al 16 giugno del 2015 quando sono entrato la prima volta in Comune». Infine la sanità e l’ospedale lametino: «Ho già sentito Lazzaro dell’Asp di Catanzaro e mi ha spiegato alcune cose che sta facendo. Immagino una rivitalizzazione che non può prescindere dall’avere un’eccellenza e dobbiamo trovarla in uno dei settore come Cardiologia, Traumatologia o altro, per evitare di essere fagocitati da ospedali vicini ma servono reparti funzionali. Oggi ci sediamo al tavolo, sappiamo che l’ospedale lametino è uno dei casi come tanti altri in Calabria, ad esempio il caso del pronto soccorso di Gioia Tauro, ma l’ospedale di Lamezia è funzionale per la città ma per tutta la Calabria».

«Potrei anche ricandidarmi»

Puntata chiusa col botto: «Io nel 2025 mi posso ricandidare. In quell’anno ci potrà essere un momento mio di grande riflessione per capire se questi tre anni e sette mesi che rimangono possono bastare per far sì che si possa arrivare all’idea di città che io auspico e sogno altrimenti richiederò il consenso al corpo elettorale». (redazione@corrierecal.it)

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