LAMEZIA TERME L’eco delle proteste, delle manifestazioni e dei “no” qui non si sente nemmeno. Come ogni mattina, anche oggi decine di persone si sono messe al lavoro, sfidando l’alba e il clima autunnale di ottobre che ancora lascia spaesati dopo una lunga e soleggiata estate.
Il Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, imposto dal Governo Draghi, non rappresenta affatto un ostacolo, neanche motivo di lamentele sommesse, nulla. Nell’area ex-Sir di Lamezia Terme, la più grande zona industriale della Calabria con decine di stabilimenti produttivi – forse – a fare notizia e “rumore” è il numero delle aziende attive che, negli anni, si è ridotto notevolmente. Un declino che ha lasciato dietro di sé edifici abbandonati, scheletri e segni di un’epoca e di una gloria finita ormati da tanto tempo. Ma che non ha comunque scalfito l’entusiasmo degli imprenditori rimasti e dei lavoratori.
Qui nessuna attività produttiva ha segnalato resistenze o diserzioni dal luogo di lavoro. «Stamattina abbiamo esibito il green pass tranquillamente, così come ha disposto l’azienda», ci dice a telecamere spente un dipendente di una nota azienda impiegata nella gestione dei rifiuti. «Siamo venuti al lavoro come sempre, con lo stesso entusiasmo». E nel frattempo altri dipendenti dell’azienda continuano a lavorare normalmente, pronti a sfidare un’altra lunga giornata prima del weekend.
Quello che manca da queste parti non è la disponibilità a rispettare regole e imposizioni che comunque la si pensi convergono tutte verso un obiettivo comune: la ripartenza totale e in presenza di tutte le attività lavorative, salvaguardando la salute di tutti. Semmai, a preoccupare, è la mancanza di certezze sul futuro occupazionale.
Insomma, lo stesso clima che si respira, per esempio, al Porto di Gioia Tauro o all’Hitachi di Reggio Calabria, sebbene qui non tutti abbiano rispettato le imposizioni del Governo Draghi sull’obbligo del green pass, con la presenza di un piccolo gruppo di lavoratori che dissente con qualche collega che è presente per manifestare la propria solidarietà (QUI LA NOTIZIA).
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