Oltre duemila manifestanti “no pass” al varco 4 del porto di Trieste stanno mettendo in crisi il funzionamento di uno dei maggiori scali portuali del Paese. Mentre a Genova il popolo che si schiera contro il Green pass ha creato picchetti e presidi al varco “Etiopia” del porto con qualche tensione dopo che un automobilista ha tentato di forzare il blocco. Ed a Roma i no Pass hanno tentato di bloccare il traffico nella zona di Porta Maggiore. Un tentativo fallito per l’intervento della polizia che ha evitato il blocco della carreggiata evitando anche scontri con i manifestanti. È la fotografia dei principali episodi che si stanno registrando nel corso della giornata definita il venerdì nero per l’entrata in vigore delle nuove regole del Green pass che ha esteso l’utilizzo della certificazione in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati.
Inoltre la protesta contro il Green pass fa registrare una data storica per Sigonella: il primo “sit-in” dell’aeronautica davanti ai cancelli d’ingresso della base militare italiana contro “il certificato verde pagamento”. Il presidio, a cui hanno partecipato alcune decine di manifestanti, è stato promosso dal Sindacato aeronautica militare (Siam), e si è svolto negli orari previsti: dalle 7 alle 07.25.
La protesta pacifica, ha spiegato Alfio Messina del Siam, riguarda «la libertà di entrare liberamente nel luogo di lavoro senza dover mettere mano al portafoglio e di poter usufruire di tamponi gratuiti, garantiti dallo Stato».
Una manifestazione dei lavoratori dei cantieri sul Green pass unitamente a un tir in transito che si è fermato, ha di fatto bloccato l’accesso nord alla zona portuale di Ancona: in sit-in circa 200 operai di diverse aziende e c’è anche il mezzo pesante fermo sulla carreggiata all’altezza della Crn. Per questo i vigili urbani hanno chiuso l’accesso al ‘by pass’ che dalla Statale porta alla zona portuale: si sono formate lunghe file di auto lungo la Flaminia e di auto e mezzi pesanti lungo la rampa by pass.
Situazione tranquilla a Trieste con atmosfera rilassata davanti al Varco 4, dove intanto i manifestanti sono diventati oltre duemila. L’ingresso è presidiato dai portuali, riconoscibili dai giubbotti gialli, e consentono l’accesso di ai dipendenti. Qualcuno ha portato cartoni di pizza, che è finita in pochi istanti. Dopo ne è stata portata altra che è stata offerta anche ai tanti giornalisti e comunque ai presenti. C’è stato qualche attimo di tensione quando Fabio Tuiach, ex consigliere comunale noto per le sue posizioni estremiste ed ex pugile, ha tentato di impedire a un’auto di entrare. Subito sono accorsi gli stessi lavoratori che lo hanno convinto a desistere e a far passare la vettura. La folla intorno, per allentare la tensione, ha intonato qualche canzone tipicamente triestina e subito dopo c’è stato uno scroscio di applausi.
Uomini e donne giunti da Milano, da Padova, da Varese, che lavorano nel settore della sanità, nel comparto pubblico, e poi vaccinati e no vax: è l’eterogenea folla che sta manifestando davanti ai cancelli del Varco 4 del Molo VII di Trieste. Qualcuno ha intonato cori e, dispersi nella folla, a tratti si sono persino uditi suonare dei corni. Lo sciopero è iniziato a mezzanotte ma qualcuno ha cominciato ad arrivare soltanto intorno alle 6, poi dalle 8 in poi la folla è aumentata a vista d’occhio. Con essa anche le forze dell’ordine, giunte con autoblindo. I manifestanti intenderebbero inviare una delegazione anche davanti in un’altra area, quella antistante il Varco 1, in riva Traiana.
«Il Porto funziona: ovviamente in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona. Ho chiesto di tenere bassa la temperatura evitando scontri frontali per non danneggiare l’economia di un Paese, dato che danneggiare l’attività del Porto di Trieste significa danneggiare un grande numero di aziende che lavorano nell’indotto». Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a SkyTG24.
Qualche decina di no pass questa mattina ha tentato di bloccare il traffico in via Labicana, a ridosso del centro di Roma, ma è stato fermato dalle forze dell’ordine. Il tentato blitz è avvenuto intorno alle 8: il gruppo di manifestanti, radunatosi spontaneamente e con cartelli scritti a mano, ha provato ad invadere la carreggiata ma è stato bloccato e convogliato verso piazza di Porta Maggiore. Attenzione in città, oltre che sulla manifestazione autorizzata di Circo Massimo, anche su eventuali presidi spontanei.
Non si segnalano, al momento, problemi relativi all’introduzione dell’obbligo di Green pass al porto di Napoli. Situazione sotto controllo in uno scalo dove, come confermano le sigle di categoria, «la grande maggioranza dei lavoratori è vaccinata». Al momento nessun disagio e nessuna protesta.
Una lunga coda di Tir provenienti per la maggior parte dall’Italia del Nord è bloccato in coda alle porte del Varco Etiopia del Porto di Genova. Un centinaio di lavoratori no green pass è in presidio da stamani alle 6,30 e sta bloccando l’ingresso ai camion che devono scaricare. Al momento nessuna tensione particolare ma molto malumore dei camionisti in viaggio dalla notte
Situazione tranquilla stamane al Porto di Venezia: i lavoratori dello scalo marittimo lagunare si sono tutti presentati al lavoro. «È una giornata normale – conferma all’ANSA Mauro Piazza, presidente della Nuova compagnia dei lavoratori portuali di Venezia – da noi non ci sono scioperi né blocchi ai varchi di ingresso». Dei 180 lavoratori che operano nello scalo marittimo (120 dipendenti, 30 portuali di Chioggia e 30 esterni) tutti, con una sola eccezione, sono regolarmente in servizio.
Un centinaio di persone, tra lavoratori privi di certificazione, No Green del movimento ‘La Variante Torinese’ e I Si Cobas, si sono dati appuntamento questa mattina all’alba per un presidio davanti ai cancelli della Fiat Avio a Rivalta, alle porte con Torino, all’entrata del primo turno. «Sono 32 anni che lavoro qui – sostiene Francesco – e oggi non posso entrare perché non sono vaccinato. Ci stanno privando della libertà. Solo in Italia bisogna pagare per entrare al lavoro». «A casa ho tre figli – aggiunge Roberto impiegato in un’azienda alimentare del territorio – ho bisogno di lavorare, ma vaccinarsi o tamponarsi è un vero e proprio ricatto perché non si tiene conto che per molti non è solo un costo, ma un problema psicofisico».
«Non capisco perché non usano i tamponi salivari invece di rovinarci i nasi», commenta Enrico, che non ha nessuna intenzione di vaccinarsi «perché fa male e non serve a nulla». Ai cancelli della porta 10 sono affissi alcuni striscioni con scritto «No al ricatto del Green Pass nei luoghi di lavoro” e “Il lavoro è un diritto, tamponi gratis». Altri presidi sono stati annunciati alla Pirelli di Settimo Torinese, all’Iveco di Torino e alla Gallina di La Loggia.
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