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“Mater Domini”, bilancio sempre in rosso: l’ultima perdita d’esercizio supera i 72 milioni

Conti negativi per l’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro: tra le criticità più pesanti il contenzioso con l’ateneo

Pubblicato il: 16/10/2021 – 14:15
“Mater Domini”, bilancio sempre in rosso: l’ultima perdita d’esercizio supera i 72 milioni

CATANZARO Una perdita d’esercizio inferiore a quella dell’anno precedente ma comunque esorbitante (ben oltre 72 milioni), l’aumento della spesa per il personale – non dovuto, se non in minima parte, all’emergenza Covid – e per l’acquisto di beni – in parte dovuto all’emergenza Covid – e il contenzioso storico e infinito con l’università Magna Graecia. Per l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro i conti sono sempre in rosso e la gestione è sempre sostanzialmente negativa: questo è quanto emerge dalla relazione allegata al bilancio consuntivo 2020 approvato dal commissario straordinario dell’Aou Giuseppe Giuliano.

La perdita d’esercizio

Un documento un po’ accidentato, il consuntivo varato dal commissario Giuliano, perché una prima versione era stata revocata dopo una diversa valutazione delle risultanze contabili. Lo stesso Giuliano poi prova a mettere la “mani avanti” (anzi, a lavarsene le mani…), precisando – nel corpo della delibera – che «le risultanze economiche di cui al presente schema di bilancio si riferiscono all’anno 2020, cioè ad una annualità gestionale ormai decorsa e che aveva già prodotto i suoi effetti, non più modificabili, alla data di insediamento dell’attuale management aziendale». Ciò detto, e al netto di ciò, restano però le criticità. E la più grave è sempre quella della perdita d’esercizio, quantificata a consuntivo 2020 della “Mater Domini” in oltre 72,3 milioni: una cifra sicuramente inferiore agli oltre 100 milioni di rosso riscontrati nel 2019 (e causati soprattutto dalla svalutazione del credito nei confronti della Fondazione Campanella) ma sempre “monstre”. Una perdita – spiega la relazione al bilancio aziendale – «in massima parte determinata dall’accantonamento al Fondo rischi per interessi moratori per oltre 3,6 milioni e interessi legali per 485,7mila euro per un importo complessivo di 4,1 milioni», inoltre «è stato effettuato un accantonamento per “altri fondi per oneri e spese” che tiene conto dei costi per utenze richiesti dall’Umg per l’anno 2020 per un importo pari a 2,7 milioni ed euro 5,67 milioni per allineamento scritture bilancio 2018. Inoltre – è riportato ancora nella relazione al bilancio 2020 dell’Aou Mater Domini – si è inoltre provveduto ad iscrivere tra le “sopravvenienze passive v/terzi relative all’acquisto di beni e servizi” 12,296 milioni a titolo di “ricostruzione debito Umg” e 18,2 milioni per allineamento del partitario fornitori».

Il contenzioso con l’Università Magna Graecia

In effetti, a gravare sui conti della “Mater Domini resta il rapporto con l’Università Magna Graecia di Catanzaro, un contenzioso che «ha evidenti ricadute per decine di milioni di euro». E infatti nella relazione si specifica che «lo schema di bilancio risente delle pesanti criticità riguardanti i rapporti tra l’azienda e l’Umg. Si tratta di problematiche che investono il bilancio sotto molteplici aspetti e che, nonostante siano risalenti nel tempo, non hanno trovato tuttavia nel corso del 2020 alcuna soluzione conciliativa nel tavolo tecnico auspicato nel 2020, e non concretizzatosi, che si sarebbe dovuto tenere tra la struttura commissariale, la Regione, l’Umg e l’azienda». Nel dettaglio, come visto, le zavorre sono una sopravvenienza passiva per la pretesa creditoria dell’ateneo pari a circa 12,3 milioni e 2,7 milioni quale quota di consumi relativa all’anno 2020 per fornitura di energia elettrica acqua e gas.

Aumenta il costo per personale e acquisto di beni

Altre zavorre soul bilancio dell’azienda ospedaliera universitario di Catanzaro sono l’aumento della spesa per il personale e quella per l’acquisto di beni, Con riferimento al personale, nella relazione si specifica che «il costo complessivo a consuntivo è pari a 42 milioni, tale costo ha subito un incremento rispetto all’esercizio 2019 di 2,75 milioni», incremento «riferito essenzialmente agli aumenti contrattuali, alle stabilizzazioni del personale precario o con contratti di lavoro flessibile, alle trasformazioni del rapporto di lavoro da part-time a tempo pieno e alle assunzioni che si sono rese necessarie nell’esercizio di riferimento, anche in conseguenza della crisi pandemica». Con riferimento all’acquisto di beni, i cui costi relativi all’esercizio 2020 «ammontano complessivamente a 42,5 milioni), rispetto a l’esercizio 2019 hanno subito complessivamente un aumento pari a 5,136 milioni, risultato al quale – conclude la relazione – «hanno in gran parte influito gli acquisti Covid e i maggiori acquisti per farmaci oncologici». (c. a.)

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