VIBO VALENTIA È stato eseguito il fermo del responsabile del tentato omicidio avvenuto a Vibo Valentia, nella notte tra sabato e domenica. Il giovane sottoposto al fermo si chiama Francesco Barbieri, ha 20 anni, ed è il nipote del boss Giuseppe Accorinti.
Il lavoro dei Carabinieri della compagnia di Vibo, guidati dal comandante del Reparto operativo, Alessandro Corda, e coordinati dal Procuratore di Vibo, Camillo Falvo, hanno permesso di stringere il cerchio attorno al responsabile, per il quale è stato aperto un fascicolo per “tentato omicidio”.
I dettagli saranno illustrati dal Procuratore Camillo Falvo nel corso di una conferenza che si terrà alle ore 11 nella sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia.
Il ferito è Domenico Catania, 32enne già noto alle forze dell’ordine, e già imputato nel processo “Rinascita-Scott”, in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. L’uomo, colpito alla spalla, è ora ricoverato allo “Jazzolino” di Vibo, nel reparto di Osservazione breve intensiva.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo sarebbe stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco, nei pressi di un noto locale in piazza Morelli, a pochi passi del centro di Vibo Valentia. Alla base del tentato omicidio, però, non ci sarebbero motivi legati a dinamiche della criminalità organizzata ma futili motivi. Fondamentali per l’individuazione del responsabile sono state le immagini del circuito di videosorveglianza della zona e le testimonianze dei presenti. L’uomo è dunque in stato di fermo.
Domenico Catania, noto come “Pallina”, è tra gli imputati nel processo in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. Catania è stato indicato dal pentito Bartolomeo Arena nella vicenda legata ad un supermercato Eurospin, gestito da Vincenzo Renda che, su richiesta della cosca di Arena, avrebbe dovuto sistemare una persona, cosa che poi non avvenne. E così – secondo il racconto del collaboratore dei giustizia avvenuto nel corso del processo – Domenico Camillò e Domenico Catania andarono a sparare alle serrande. Ma Catania, insieme a Domenico Camillò, Bartolomeo Arena e Antonio Macrì, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe il responsabile del tentato omicidio di Carmelo Pugliese “Cassarola”, episodio avvenuto nel settembre del 2015. (Gi.Cu)
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