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La riflessione

«Fragile come l’acciaio»

Massimo Franco del Corsera ha scritto: «Si è dimostrato (il centrodestra) unito ma non unitario…». La differenza sembra sottile, ma, se si guarda bene il risultato di Cosenza, non lo è. E non si p…

Pubblicato il: 19/10/2021 – 17:33
di Bruno Gemelli*
«Fragile come l’acciaio»

Massimo Franco del Corsera ha scritto: «Si è dimostrato (il centrodestra) unito ma non unitario…». La differenza sembra sottile, ma, se si guarda bene il risultato di Cosenza, non lo è. E non si può neppure dire, mutuando l’osservazione del notista, che il centrodestra sia stato «… larvatamente rissoso e diviso…». Tutt’altro. Era compatto e galvanizzato. Reduce dalla fresca vittoria di Roberto Occhiuto. E, allora, com’è potuto accadere che la situazione sia stata così clamorosamente ribaltata? In realtà s’è concluso un ciclo. E chi ha vinto oggi deve, nel prossimo futuro, consolidare la performance. Perché la ruota gira sempre.
Se si analizzano i flussi dell’odierna votazione si conclude che, su una campionatura limitata a causa del forte astensionismo, a essere perdente è il sovranismo di destra e il populismo di sinistra. Esempi esplicativi sono Varese, cuore leghista, dove il centrodestra prende, soccombendo al candidato del centrosinistra, il 45,8 per cento, e soprattutto a Roma dove i grillini alle Comunali del 2016 presero il 35,3 per cento, mentre oggi ottengono l’11,4 per cento; ed è un risultato buono se si pensa che a Milano hanno preso il 2,8 per cento.
In definitiva il centrodestra ha perso le Comunali d’autunno. Nelle grandi città al voto, che attirano maggiore attenzione, la coalizione formata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è riuscita a ri-eleggere soltanto il sindaco di Trieste uscente, Roberto Dipiazza, vittorioso al ballottaggio. Perde, invece, con venti punti di distacco a Torino e Roma, dopo la sconfitta al primo turno a Milano, Napoli e Bologna. 
Dunque non è bastata la vittoria netta alle Regionali in Calabria a placare la delusione.
Salvini ha parlato a Catanzaro dove è venuto per incontrare Nino Spirlì e i quattro eletti della Lega in regione. Il leader leghista s’è consolato affermando: «Il centrodestra passa da 8 a 10 sindaci nelle città che sono andati al ballottaggio. Con un’unica concessione: «Certo, avremmo preferito vincere a Roma».
Più realista la Meloni: «Avere tre posizioni differenti fuori e dentro il governo, ci ha penalizzati».
Nel frattempo nel backstage della Cittadella si lavora di raspa e di cesello per disegnare la nuova giunta che appare, sin da ora, fragile come l’acciaio.
*giornalista

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